Società

Europa cerca accordo armi con Russia. “Sicurezza in pericolo”

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Sono quindici i paesi europei che hanno deciso di unirsi alla Germania nel chiedere che venga raggiunta con la Russia una intesa sul controllo delle armi. Obiettivo: prevenire una eventuale corsa agli armamenti in Europa dopo gli interventi di Mosca in Crimea e nell’Ucraina orientale. La rivelazione è arrivata dal quotidiano tedesco Die Welt:

“La sicurezza dell’Europa è in pericolo”, ha detto a Die Welt il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier – e per quanto difficili possano essere al momento i legami con la Russia, abbiamo bisogno non di un minore, ma di un maggiore dialogo”.

Steinmeier, socialdemocratico che è stato nominato dal partito per le elezioni presidenziali in Germania del prossimo anno, aveva già lanciato un appello per siglare un accordo con la Russia, al fine di evitare una escalation delle tensioni in Europa.

I quindici paesi che si sono uniti all’appello tedesco, aderendo all’iniziativa del ministro tedesco sono: Francia, Italia, Austria, Belgio, Svizzera, Repubblica Ceca, Spagna, Finlandia, Olanda, Norvegia, Romania, Svezia, Slovacchia, Bulgaria e Portogallo.

Così Steinmeier:

“Abbiamo la responsabilità di non lasciare nulla di intentato nel nostro sforzo di aumentare la sicurezza e la pace”.

Scetticismo da parte dei funzionari Usa, che hanno ricordato l’incapacità di Mosca di rispettare gli accordi e i trattati esistenti.

Il partito socialdemocratico tedesco, ricorda Reuters, è sempre stato a favore di un tono più conciliante nei confronti della Russia, rispetto al blocco dei conservatori guidato dalla cancelliera Angela Merkel. Entrambi i partiti non hanno nascosto di essere preoccupati per i commenti rilasciati dal neo presidente Usa Donald Trump durante la campagna elettorale sia contro la Nato, sia relativi al desiderio di rafforzare le relazioni con il presidente Usa Vladimir Putin.

Sembrano trascorsi tuttavia secoli dalle dichiarazioni bellicose del tycoon. Trump ha infatti detto proprio qualche ora fa di essere favorevole a un “forte impegno nella Nato”.