Mercati

DOW TIENE E RECUPERA, NASDAQ CONTINUA IL CALO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

L’ultima tornata di utili aziendali positivi non ha potuto far nulla per aiutare il mercato obbligazionario, estremamente depresso, lasciando di conseguenza ampio spazio alle vendite, sul mercato azionario. Il settore tecnologico, identificabile con l’indice Nasdaq, in ribasso di circa il 10% dai massimi stabiliti lunedi’ scorso, e ora anch’esso in zona tecnica di ”correzione” (come il Dow Jones e lo Standard & Poor’s che gia’ vi si trovano da qualche giorno) ha oggi sopportato le maggiori perdite. ”I nomi piu’ noti degli anni ’90 come Intel, Cisco e Microsoft stanno per la prima volta subendo un’ondata seria di vendite – dice Peter Green – analista tecnico di Gruntal & Co. – tutte le grandi aziende di qualita’ che hanno visto il loro prezzo crescere di cinque-sei volte, ora di fatto sono in fase di ribasso.
La fotografia alla chiusura e’ la seguente: il Dow Jones ha messo a segno un rialzo di96,57 punti (+0,96%) a quota 10.116,28. I guadagni nel settore finanziario e bancario hanno permesso all’indice delle blue chips di battere nettamente gli altri indici. Il Dow ha messo a segno un notevole recupero, avendo sforato al ribasso varie volte oggi la soglia psicologica di quota 10.000. Venerdi’ scorso il Dow ha perso 266 punti, cioe’ il 2,6%, il peggior calo in termini percentuali dell’anno, mentre la settimana scorsa e’ stata la peggiore in assoluto degli ultimi 10 anni, con una perdita del 5,9%. ”Per il Dow il livello di supporto piu’ importante e’ quota 9.400”, dice un operatore.
Quasi tutti gli osservatori ritengono che il mercato sia a momento in trappola, almeno fin quando non ci sara’ un vero ”sell-off”, un flusso accelerato di vendite con un volume di scambi molto alto per raggiungere il ”bottom”, invece di un deterioramento goccia-a-goccia da tortura cinese, seguito da qualche rally episodico, come quello messo a segno oggi. Gli scambi invece si mantengono moderati, al New York Stock Exchange. Per cui nessuno si fida troppo della chiusura positiva del Dow.
L’indice Nasdaq ha chiuso con una perdita di 42,68 punti (-1,56%) a quota 2.689,15, recuperando pero’ piu’ di meta’ del calo iniziale, che ad un certo punto era del 3,4%, cioe’ 100 punti secchi. Il Nasdaq pero’ oggi ha rotto al ribasso la soglia di supporto di quota 2.700, per cui molti analisti, di nuovo, non si fanno impressionare troppo dal rimbalzino finale, e si aspettano che il potenziale al ribasso non sia ancora stato sperimentato nemmeno in parte. Il Nasdaq potrebbe scendere fino a quota 2.500, dicono alcuni analisti tecnici, dove e’ fissato un solido punto di supporto.
L’indice Standard & Poor’s 500 ha chiuso in territorio positivo, di 6,72 punti (era in ribasso di 10, nel momento piu’ difficile) cioe’ lo 0,54%, a quota 1.254,13.
Sul fronte del mercato obbligazionario, il bond a 30 anni ha raggiunto rendimenti molto alti, al 6,32%. Molti operatori si aspettano un tetto del 6,50% entro pochi giorni. Ma per giudicare e prima di esprimere giudizi tutti vogliono vedere il dato sui prezzi al consumo Usa, che sara’ comunicato domani, martedi’ mattina alle 8:30 ora di New York.
L’economista Henry Kaufman prevede un rialzo di 1/4 di punto dei federal funds da parte della Federal Reserve il prossimo 16 novembre. Invece Abby Joseph Cohen, la equity strategist della Goldman Sachs, ritiene che Wall Street abbia gia’ prezzato il prossimo rialzo dei tassi da parte della Fed. ”I tassi non andranno molto piu’ in su, in modo consistente”, ha detto l’analista, la quale ritiene che lo S&P 500 sia in questo momento sottovalutato del 5%. I fondamentali interi del mercato sono pero’ ancora brutti, con i titoli in ribasso che battono quelli in rialzo al New York Stock Exchange in misura di 2 a 1. ”Il numero di azioni che sta toccando nuovi minimi fa impressione”, dice un trader. Circa i settori, il tecnologico e’ in calo per la settima volta in nove sedute. La maggior parte degli operatori ritiene tuttavia che un pre-requisito per trovare un ”bottom” del mercato – per poi impostare il recupero dei prezzi – sia un forte ribasso del settore tecnologico, l’unico che ancora ha un guadagno eccessivo rispetto agli altri indici di borsa, e cioe’ il 23% dall’inizio dell’anno. I titoli internet hanno cominciato a mostrare chiari segni di cedimento.