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M5S: Di Maio piange, una mail lo inchioda. Ma poi dice: “Caso montato”

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E ora Luigi Di Maio piange. Anche perchè Di Maio sapeva del caso Muraro. La prova è in una email in possesso del quotidiano romano Il Messaggero. Rivelazioni anche dal quotidiano La Repubblica, che ripercorre la vicenda, ricordando come Raggi, secondo le sue stesse dichiarazioni, avesse informato il direttorio romano. Di questo direttorio fanno parte Paola Taverna, Stefano Vignaroli, Fabio Massimo Castaldo, Gianluca Perilli.

Ma dopo il primo forte sbandamento, Di Maio si ricompone e parla di caso montato. Così in un post su Facebook:

“Il sistema dei partiti e dell’informazione legata ad essi ha montato un caso incredibile che tocca a noi smontare in un minuto. E oggi lo sta montando anche su di me. Stasera ci vediamo in Piazza a Nettuno per l’ultima tappa del tour Costituzione Coast to Coast con Alessandro Di Battista (tour che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini. Guarda caso, è stato oscurato dai media, ma questa è un’altra storia). Ci guarderemo negli occhi, vi racconterò i fatti e ci parleremo senza intermediari”.

Ancora:

La verità e l’umiltà ci renderà più forti di prima. Il dialogo con le persone oneste porta avanti questo progetto. Non ci fermano. Io voglio dire alcune cose. Non ai media, ma ai cittadini, alla comunità del Movimento 5 Stelle, a tutti coloro che credono in questo Paese. Ci sono tante persone che, in questa accozzaglia di inciuci, gossip e scorrettezze non ci stanno capendo più nulla e vogliono risposte”.

E per ora niente dimissioni, a Roma,  con l’assessore al commercio Adriano Meloni che, uscendo dal Campidoglio, si riferisce a Raffaele Marra, vice capo di gabinetto, e Salvatore Romeo, capo segreteria della sindaca Virginia Raggi, definendoli “Bravi ragazzi”. E che con un secco “No” risponde a chi gli chiede delle dimissioni dell’assessore capitolino all’Ambiente, Paola Muraro: “È tutto a posto”.

Rimane ancora il mistero su un possibile eventuale incontro tra il leader del M5S Beppe Grillo e il sindaco di Roma, Virginia Raggi.

Caos nel M5S, indagine Muraro. I vertici sapevano?

Così La Repubblica:

“Tutti sostengono di non avere detto nulla a Beppe Grillo. E anche Davide Casaleggio si è mostrato totalmente all’oscuro. Ma tacciono pure con il comitato che governa il movimento? Oltre a Di Maio, è composto da Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Roberto Fico e Carlo Sibilia. Sabato 2 agosto c’è una cena che vede allo stesso tavolo la sindaca, il suo fidato vice Daniele Frongia, il direttorio romano e quello nazionale. Ruocco e Sibilia hanno dichiarato pubblicamente di non essere stati informati del caso Muraro. Anche Fico dice di non averne saputo nulla. Ma Repubblica è in grado di documentare come almeno il 4 agosto la cabina di regia romana abbia avvertito Di Maio. Rispondendo a un suo messaggio, Paola Taverna gli scrive che dalla procura è arrivato il documento sulla posizione della Muraro. “È pulito o no?”, chiede il deputato. E ottiene immediatamente risposta: “Non è pulito”.

Sempre quel giorno, continua La Repubblica, Di Maio riceve ulteriori dettagli che arrivano:

“dall’altro membro del direttorio romano ,Fabio Massimo Castaldo, l’eurodeputato con doppia laurea in legge: il reato contestato dai pm alla Muraro è la “fattispecie di cui al comma 4 dell’articolo 256 del Testo unico sull’Ambiente”. Ossia come chiarisce citando il codice: “L’inosservanza delle prescrizioni o la carenza dei requisiti previsti per legge da parte del gestore” degli impianti per il trattamento dei rifiuti. A richiesta del deputato, Castaldo non sa precisare se gli addebiti siano relativi alla gestione dello stabilimento Ama di Rocca Cencia o a quello del Salario”.

Stando poi alle indiscrezioni che vengono riportate da La Stampa, la tragedia del M5S si consuma ufficialmente nella riunione fiume del direttorio, quella iniziata ieri, andata avanti per 10 ore.

Il processo a Di Maio comincia alle 9.30 del mattino nel peggiore dei modi. Nelle stanze che ospitano i gruppi del M5S viene sommerso di accuse da Paola Taverna e Carla Ruocco. Sono «indiavolate» spiega chi era lì. «Luigi io non me faccio lasciare la responsabilità solo a me. Io ti avevo avvertito. Siete solo ragazzini che si sono montati la testa» urla la Taverna, la senatrice che è stata tirata in ballo da Virginia Raggi durante l’audizione di lunedì alla commissione di inchiesta sui rifiuti. La sindaca seduta accanto all’assessora ha fornito nel giro di poche ore due versioni differenti. Ha detto di aver informato i vertici 5 Stelle, per poi precisare, qualche ora dopo, di averlo detto solo al minidirettorio romano guidato dalla senatrice Taverna. «Non a Di Maio e a Grillo».

Di Maio: “senza di me è tutto il M5S a perdere”

La Stampa scrive come Taverna non voglia assolutamente passare per quella del M5S che ha taciuto su un fatto così importante e così “lascia trapelare di aver inviato una mail a Di Maio il 5 agosto”.

E qui il quotidiano sottolinea come la storia prenda tutta un’altra piega, dal momento che, dell’indagine su Muraro, non era a conoscenza solo Raggi.

“Qui è la testa del M5S, l’uomo più in vista, il candidato premier, a essere accusato di aver mentito come Muraro e come Raggi. O, perlomeno, di aver nascosto la verità”.

E, conclude il quotidiano sulla base delle indiscrezioni raccolte,

“Di Maio non si nasconde, spiega di aver sottovalutato la questione, di essersi «confuso» e lo motiva così: «Avevo saputo dall’audizione di Daniele Fortini (ex ad di Ama) in Ecomafia il 3 agosto che era andato a denunciare Muraro. Che fosse indagata mi sembrava quasi dovuto, ma mi sembrava una notizia tipo quella delle indagini su Raggi». Poi quasi in un estremo sussulto di difesa: «Non pensate che senza di me troverete un altro nome. È tutto il M5S a perdere»”