Economia

Def: Pil più forte delle stime nel 2018, poi giù con l’Iva

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Il Pil 2018 dovrebbe accelerare all’1,6% dall’1,5% previsto finora, rallentando poi all’1,4% nel 2019 e all’1,3% nel 2020 per l’effetto ‘recessivo’ delle clausole di salvaguardia sull’Iva previste a legislazione vigente. E’ quanto prevede, secondo indiscrezioni stampa, il quadro tendenziale del Def ‘tecnico’ messo a punto dal Mef.

“Il quadro tendenziale del Documento di economia e finanza non è ancora stato definito ed è al momento oggetto di analisi dei tecnici del Mef” riporta l’Ansa, citando fonti del Ministero dell’Economia, precisando che “le indiscrezioni riportate da alcune agenzie di stampa sono soltanto ipotesi ancora allo studio”.

Il governo potrebbe presentare il Def in versione ‘asciutta’ all’inizio della prossima settimana, probabilmente tra lunedì a martedì. Secondo quanto si apprende, si tratterebbe, come ribadito più volte dal governo, solo del quadro macroeconomico tendenziale, a legislazione vigente.

Secondo quanto scrive Reuters, clitando una fonte, le maggiori aliquote di Iva e accise si tradurranno automaticamente nei due anni in oltre 30 miliardi di maggiori imposte complessive, in assenza di manovre compensative analoghe a quelle approvate negli ultimi anni, vista la natura non programmatica di questo documento.

La scadenza di legge del 10 aprile, sempre secondo quanto scrive Reuters, non è stata rispettata anche per una differenza di vedute tra Palazzo Chigi, più propenso a prendere tempo, e Via XX Settembre che invece spingeva per presentare il documento entro i tempi.

L’intenzione di approvare il Def in Consiglio dei Ministri la settimana prossima anticipa poi la diffusione da parte dell’Istat, in programma il 2 maggio, della stima preliminare del Pil del primo trimestre, attesa da Bankitalia a un modesto +0,2% su trimestre. Dopo il dato, una revisione del Def sarebbe stata difficilmente evitabile, spiega una fonte.