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Bitcoin & Co. sotto assedio: bruciati $200 miliardi di capitalizzazione

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Continua l’ondata di vendite che nelle 24 ore ha colpito il mercato delle criptovalute: ieri il Bitcoin è arrivato a perdere fino al 25% finendo per pochi minuti sotto quota 10.000 dollari. Il prezzo è dimezzato rispetto al livello record raggiunto soltanto un mese fa. Ma la fase di realizzi ha colpito indistintamente tutte le maggiori valute digitali con perdite a due cifre. Per citare le principali: Ethereum ha perso il 30%, tornando sotto quota $1.000 mentre il Ripple è sceso sotto la soglia di $1.

Complessivamente, secondo Coinmarket, nelle ultime 24 ore sono stati mandati in fumo $200 miliardi di capitalizzazione di mercato. Questa mattina, intorno alle ore 8, il mercato complessivo delle valute digitali valeva 653 miliardi di dollari.

Le uniche due monete a essersi salvate dalla pioggia di vendite sono Tether, che nelle ultime 24 ore ha segnato un rialzo del 3%, e Paragon, moneta digitale legata al business della cannabis con cui si possono affittare scrivanie, uffici e sale conferenza (Paragon Space) in cambio di token, che ha fatto un balzo dell’800%.

Il mercato delle criptovalute sconta sempre le notizie provenienti dall’Asia. Il vice Governatore della banca centrale, Pan Gongsheng, sostiene che le autorità dovrebbero vietare il trading centralizzato (ovvero lo scambio su piattaforme come Coinbase) delle criptovalute, di cui il Bitcoin è la più importante. A darne notizia è Reuters, basandosi su un memo inviato dal vice Governatore a un incontro tra gli organi di controllo su Internet.

Le cautele di Pechino fanno eco a quelle di Seul. La Corea del Sud ha infatti annunciato nei giorni scorsi di avere in programma una legge per impedire il trading di criptovalute come il Bitcoin e arginare così il rischio speculativo e di truffe, anche se il governo si è mostrato molto prudente al riguardo e non ha fatto ancora nulla di concreto.