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Wall Street si riprende sul finale dalla minaccia nucleare

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Seduta all’insegna dei ribassi per Wall Street, con gli investitori ancora scossi dall’impatto dell’imponente terremoto e tsunami che hanno colpito il Giappone e che hanno aperto una crisi nucleare. Il Dow ha perso oltre 50 punti (-0,43% a 11.992,63, ma cosi’ come gli altri due indici principali della borsa Usa ha ridotto i cali sul finale.

Tuttavia la chiusura sotto la soglia importante dei 12.000 punti non fa ben sperare per le prossime sedute. Il Nasdaq ha perso lo 0,54% in area 2.700,97, mentre l’S&P 500 ha ceduto lo 0,6% a quota 1.296,39.

Tra le blue chip, la lettera si abbatte su General Electric, Verizon e Disney, mentre Pfizer e Caterpillar si sono mosse in controtendenza. L’indice di volatilita’ Vix e’ salito sopra i 22 punti. A livello settoriale si salvano solo gli energetici, mentre a essere particolarmenti presi di mira sono stati utility, tlc e beni al consumo discrezionale.

Nel frattempo se possibile si intensificano le tensioni in Medioriente e Nordafrica, con soldati sauditi e forze degli Emirati Arabi Uniti che sono state viste entrare in Bahrein, mentre Gheddafi ha ottenuto importanti vittorie sui rivoltosi.

La debolezza e’ dovuta comunque principalmente alle implicazioni che il terremoto che ha colpito il Giappone la settimana scorsa (il quinto maggiore della storia) cosi’ come le conseguenze delle centrali nucleari danneggiate dalla catastrofe, che ha provocato la morte con ogni probabilita’ di oltre 10 mila persone.

Ora il reattore 2 della centrale nucleare di Fukushima e’ a rischio fusione, dopo che una seconda esplosione si e’ verificata al reattore numero 3. Il Giappone ha invocato l’intervento dell’Aiea (Onu) e delle autorita’ americane. Quanto alle possibili contaminazioni dovute agli incidenti di Fokushima, secondo i tecnici potrebbero volerci mesi prima di tornare a livelli di sicurezza di radiazioni. Le prossime 24 ore saranno decisive.

Intanto sale il bilancio delle vittime, con i media giapponesi che danno notizie poco confortanti sul numero delle persone che hanno perso la vita: 2.000 corpi sono stati trovati lungo le coste della zona di Miyagi, un migliaio nella penisola di Ojika e altri mille nella città di Minamisanriku. I dispersi sono ancora decine di migliaia e molti villaggi non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi.

La borsa nipponica ha chiuso in calo di oltre il 6%, penalizzata dalla paura delle conseguenze che il terremoto avra’ sull’economia del paese, mentre i prezzi del greggio calano sulle aspettativa di rallentamento della crescita economica. Cio’ nonostante l’iniezione da $184 miliardi effettuata dalla Banca del Giappone per rafforzare i mercati.

Tra i singoli titoli Usa l’attenzione e’ stata tutta puntata sulla societa’ di lubrificanti e additivi per carburanti Lubrizol, che e’ stata acquistata dal gruppo di Warren Buffett, Berkshire Hathaway, per $9 miliardi circa. Si tratta di una delle maggiori operazioni d’acquisto della storia del veicolo di investimento, e il prezzo rappresenta un premio del 28% sulla chiusura dei titoli LZ venerdi’.

Tutt’altro discorso merita General Electric, in forte calo. La societa’ ha disegnato tutti e sei i reattori della centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi, le cui fuoriuscite radioattive rischiano di ampliare i danni e le vittime provocati dal terremoto.

Anche per molti produttori di uranio e’ stata una seduta difficile: Denison Mines, Uranerz Energy e Uranium accusano ribassi a doppia cifra. Per contro le societa’ legate all’energia rinnovabile sono state molto richieste. Tra queste The American depositary receipts of Renesola e Suntech.

Sul fronte macro, cresce l’attesa per l’ultimo comunicato di politica monetaria della Federal Reserve, atteso martedi’. In ambito geopolitico, le pressioni sul leader libico Muammar Gheddafi aumentano ancora se possibile, con la Lega Araba che sta facendo di tutto per otternere una no-fly zone, che impedisca alle forze del Colonnello di bombardare dall’alto i civili. Nel frattempo le forze saudite si aprestano a invadere il vicinante Bahrein per aiutare il regime a sedare le rivolte di matrice sciita.

Sugli altri mercati, i prezzi del petrolio chiudono sui livelli di parita’ una seduta estremamente volatile. I futures con scadenza aprile del greggio sono avanzati dello 0,03% a quota $101,19 il barile dopo aver toccato i minimi di due settimane. I contratti con scadenza aprile dell’oro avanzano dello 0,22% a $1.424,9 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro guadagna terreno sul dollaro, in area $1,3996 (+0,68%). Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,347%, in ribasso di 4,6 punti base.