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Wall Street: sell pesanti (-2,4%) il giorno dopo l’Election Day. Pesa spaccatura al Congresso

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New York – Wall Street chiude la sessione sui minimi. Il Dow Jones accusa un tonfo del 2,36% mentre il Nasdaq arretra del 2,48%. Il mercoledi’ nero non e’ determinato dalla vittoria di Obama, piuttosto dalle prevedibili difficolta’ per un accordo per scongiurare i tagli automatici del fiscal cliff con la maggioranza democratica al Senato mentre i repubblicani mantengono il controllo della Camera. L’agenzia di rating Fitch ha indicato la possibilita’ di declassamento del debito americano in caso di mancato accordo. Inoltre a movimentare il listino americano la pioggia di vendite sui settori che secondo gli analisti avrebbero beneficiato di una vittoria di Mitt Romney, in particolare bancari e settore della difesa.

Dopo la riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca, anche l’agenzia Moody’s ha messo in guardia l’amministrazione Usa, ribadendo che se il problema del deficit di bilancio non verrà affrontato la prima economia globale potrebbe essere oggetto di un declassamento di rating. Lo riporta Dow Jones. Questo mentre dopo la vittoria di Obama si è subito rimaterializzato sui mercati il problema di un braccio di ferro tra democratici e repubblicani sul come risanare il bilancio, con uno stallo al Congresso che farebbe scattare i temuti meccanismi automatici di correzione del “fiscal cliff”.

A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso sui minimi di seduta con un tonfo del 2,65% ma perdita intorno al 2% anche sulle altre principali borse europee scontando la partenza pesante di Wall Street. Se i dati della Commissione europea confermano un quadro negativo, le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, hanno mostrato che l’uscita dal tunnel della crisi e’ ancora lunga. Draghi infatti ha sottolineato che i dati recenti suggeriscono che gli sviluppi della crisi stanno iniziando ad incidere anche sull’economia tedesca e che i rischi legati all’inflazione sono bassi nel medio termine.

Tra i dati macro, a settembre la produzione industriale tedesca cala dell’1,2% a/a da -1,3% del mese precedente, e quella spagnola registra una forte contrazione (-11,7% a/a) rispetto a quella di agosto (-2,5%). Nello stesso mese le vendite al dettaglio dell’Eurozona flettono dello 0,8% in linea con le attese degli analisti e da -0,9% del mese precedente. Sui mercati poi l’effetto USA. Gli investitori hanno subito accantonato la vittoria di Obama per concentrarsi sul tema del ”fiscal cliff”. L’agenzia di rating Fitch ha evidenziato oggi che se non si raggiungera’ un accordo sul controllo dei conti pubblici, il declassamento degli USA sara’ inevitabile. Sul mercato immobiliare l’indice MBA relativo alle richieste settimanali di mutui ipotecari flette del 5% nella scorsa settimana dal -4,8% precedente. . L’S&P cede l’1,38%, il Nasdaq l’1,37%, mentre il Dow lascia sul campo l’1,46%.

Pesano anche i commenti del numero uno della Banca Centrale Europea. Draghi ha riconosciuto che la crisi del debito ha travolto anche la Germania, dove “i tassi sui bund sono piu’ bassi di quanto dovrebbero essere”.

L’S&P 500 viene da una serie di due giorni di rialzi, ma dopo qualche ora dall’annuncio ufficiale della rielezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti non riesce a estendere i guadagni.

“Il problema del precipizio fiscale rimane una grande incognita, ma al momento gli investitori hanno una visione più chiara sul futuro della politica monetaria accomodante della Fed e sul fatto che (Ben Bernanke) continuerà ad agire per sostenere gli asset di rischio”, ha commentato in una intervista a Bloomberg Daniel Weston, gestore di portafoglio presso Aimed Capital Management LLc a Monaco.

Stando a quanto afferma Trevor Mottl, responsabile dei derivati presso il gruppo Susquehanna Financial Group LLLP, il mercato delle opzioni scommette su un rialzo o su un ribasso del 2% circa nei prossimi quattro giorni di contrattazioni dello S&P 500. Questo significa che le probabilitĂ  sono di uno S&P 500 che si attesterĂ  nella chiusura della sessione del 9 novembre in un range compreso tra 1.389 e 1.445 punti.

Da segnalare che lo S&P 500 ha riportato un rally +1% nelle ultime due sessioni, facendo +15% dal minimo del 2012 testato lo scorso giugno fino al massimo degli ultimi quattro anni toccato il 14 settembre. Nel 2012, il guadagno è stato +14%. Il paniere ha invece guadagnato +77% da quando Obama è diventato presidente il 20 gennaio del 2009, mentre l’indice azionario globale MSCI All-Country World Index (MXWD) ha fatto +63%.

Stando alle rilevazioni di Bespoke Investment Group, l’indice è salito in media +0,9% nei giorni delle elezioni presidenziali a partire dal 1984; tuttavia, nel giorno seguente, i guadagni si sono verificati in un rapporto di 2 su 7 volte. In media, lo S&P 500 è sceso -0,9% nel giorno successivo all’Election Day.

Thomas J Lee, responsabile strategist dell’azionario presso JP Morgan Chase, fa notare poi che in media nei due mesi succesivi alle elezioni in casi di testa a testa, Wall Street è cresciuta in media +3%.

In ambito valutario, l’euro -0,41% a quota $1,2761; dollaro/yen -0,55% a JPY 79,90; euro/yen -0,96%, a JPY 101,95. Quanto ai Treasuries, i rendimenti del decennale di riferimento fanno un tonfo di 11,9 punti base a 1,63%.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio cedono -2,57% a $86,43 al barile, mentre le quotazioni dell’oro salgono +0,24%, a $1.719,10.