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WALL STREET: NON E’ ANCORA IL MOMENTO PER UNA PAUSA

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Seduta debole per gli indici americani, caratterizzata dalla decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse. Invariato il Dow Jones (+0.02%) a 11642, l’S&P500 ha ceduto lo 0.17% a 1322, il tecnologico Nasdaq e’ arretrato dello 0.75% a 2320. Contrastate le notizie societarie, mentre, nel comparto energetico, il petrolio e’ tornato a guadagnare terreno nonostante un aumento inaspettato delle scorte.

La Banca Centrale americana ha alzato per la sedicesima volta consecutiva il costo del denaro, portandolo al 5.00%. Il primo della serie fu deciso nel giugno 2004. Gli operatori, la cui attenzione e’ stata quasi esclusivamente rivolta all’evento fin dagli inizi della settimana, non sono stati in grado di captare quali saranno le future mosse di Bernanke in ambito di politica monetaria.

Il documento ufficiale che accompagna la decisione non ha aggiunto niente di rilevante rispetto a quanto si sapeva gia’: ovvero che eventuali strette creditizie dipenderanno principalmente dalla qualita’ di dati economici che verranno rilasciati quotidianamente sul mercato. Le speranze di molti investitori si sono pertanto affievolite, data la mancanza di segnali e informazioni chiari che potessero indicare un vicino stop della Fed sui rialzi.

Gli esperti ora ipotizzano una possibile pausa nell meeting di agosto; tuttavia, considerati gli elevati prezzi energetici, che potrebbero costantemente costituire una minaccia inflazionistica, e’ improbabile, in un contesto di economia robusta, come quello attuale, che la Fed lasci i tassi all’attuale 5%.

Relativamente alle contrattazioni odierne, a mettere maggiore pressioni ai mercati e’ stato l’avanzamento del greggio, salito nonostante un’inaspettata crescita delle scorte settimanali. Sia le riserve di petrolio, che quelle di benzina e di prodotti distillati sono risultate in aumento. Dopo un contenuto selloff, sul comparto sono tornati a prevalere gli acquisti, che hanno spinto i futures con scadenza giugno a chiudere in progresso di $1.44 a $72.13 al barile

Sul fronte societario, il deludente outlook emesso nell’after hour di martedi’ di Cisco Systems e’ stato tra i principali responsabili della debolezza del comparto hi-tech. Il colosso delle infrastrutture network e’ arretrato del 4.38% nonostante i risultati trimestrali superiori alle attese.

Bene invece il gigante media dell’intrattenimento, Walt Dinsey. Il titolo e’ avanzato dell’1.8% grazie ai buoni risultati riportati nello scorso trimestre, aiutati dall’ottima performance del canale televisivo ESPN.

Riflettori accesi anche sul comparto automobilistico. General Motors ha messo a segno un rialzo superiore al 4%, beneficiando degli sforzi condotti dal management sulla riduzione dei costi. In rally le azioni di Delphi (+30%), in seguito ai commenti positivi su un possibile accordo con Gm. In calo, invece, Ford e Toyota, quest’ultima danneggiata dalla debolezza del dollaro che potrebbe inficiare sull’export.

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Sugli altri mercati, l’oro sempre stabile sopra i $700 all’oncia, ad un livello che non si vedeva dall’ottobre 1980. I futures con scadenza giugno sono avanzati di $4.20 per chiudere a quota $705.70. Ancora in rialzo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio e’ a quota 1.2810. Invariati, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ affermato al 5.125%.