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Wall Street in rosso per terza seduta di fila, tonfo Nasdaq

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NEW YORK (WSI) – Per la terza seduta di fila, Wall Street ha chiuso in ribasso. Gli indici hanno finito gli scambi sui minimi intraday e con ampie perdite. A pesare sono stati soprattutto i titoli biotecnologici e dei semiconduttori. Protagonisti di rialzo a doppia cifra da inizio anno, gli etf iShares Nasdaq Biotechnology e Market Vectors Semiconductor hanno perso rispettivamente il 4,12% e il 4,67%.

Nel finale, il Dow Jones ha perso 290,8 punti, l’1,61%, a quota 17,720,34. Il bilancio da inizio anno e’ cosi’ tornato in negativo. L’S&P 500 e’ scivolato di 30,35 punti, l’1,45%, a quota 2.061,13. Il Nasdaq Composite ha ceduto 118,21 punti, il 2,37%, a quota 4.876,52.

E’ stato l’inatteso calo degli ordini durevoli a febbraio a riaccendere i timori sull’andamento dell’economia americana nel trimestre che sta per finire. E il recente rally del dollaro unito al tonfo dei prezzi energetici potrebbe pesare sulla nuova stagione delle trimestrali della Corporate America, che inizia ad aprile.

Le attenzioni degli operatori si sono concentrate sul mercato M&A (merger and acquisitions, fusioni e acquisizioni). La notizia del giorno è infatti l’accordo con cui la compagnia di riassicurazione Berkshire Hathaway di Warren Buffett e il fondo brasiliano 3G Capital hanno presentato un’offerta da $40 miliardi per acquistare Kraft e fonderla successivamente con il colosso produttore dei ketchup Heinz. Il titolo Kraft vola del 35%.

Altro accordo sotto i riflettori è quello con cui Lexmark International acquisterà Kofax. Il titolo Kofax balza +45%.

Focus sulle parole proferite da Charles Evans, presidente della Fed di Chicago, che ha avvertito che l’incertezza globale è il maggiore rischio per l’economia americana, e che ha lanciato un appello affinché i tassi restino bassi fino al 2016. Parlando alla stampa dopo un discorso tenuto a Londra, Evans ha detto che l’economia Usa sta attraversando la fase di solidità più alta dall’inizio della crisi finanziaria, ma al contempo ha sottolineato che i bassi livelli di inflazione e l’incertezza globale sono elementi chiave di preoccupazione.

Dal fronte macroeconomico, male il dato relativo agli ordini dei beni durevoli, scesi a febbraio -1,4%: si tratta del terzo calo in quattro mesi, che conferma come le aziende non si sentano ancora sicure di investire in modo più aggressivo.

Gli indici azionari S&P 500, Dow Jones e Nasdaq Composite sono tutti vicini ai loro record storici sulla scia di speculazioni secondo cui la Fed non si affretterà ad alzare i tassi sui fed funds. “La Fed ha mostrato la scorsa settimana un volto più da colomba, fattore che è stato molto apprezzato dall’azionario. Ma tutto dipende da quanto accadrà all’economia nei prossimi mesi”, fa notare in un’intervista rilasciata a Bloomberg Alessandro Bee, strategist presso Bank J Safra Sarasin, a Zurigo. Nel “breve termine – aggiunge – è meglio attendere per avere maggiore chiarezza”.

L’attesa è soprattutto per il Pil, che sarà reso noto dopodomani, e che potrebbe mostrare che nel quarto trimestre del 2014 l’economia numero uno al mondo è cresciuta a un tasso annuo del 2,4%, più del +2,2% reso noto nella prima revisione del prodotto interno lordo. Sebbene, come fa notare Bloomberg, sia tra i peggiori indici azionari tra quelli dei mercati delle economie avanzate, quest’anno, lo S&P 500 è comunque vicino a concludere il nono trimestre consecutivo di rialzi. Si tratterebbe della fase rialzista più lunga dal 1998.

Sul valutario, l’euro +0,64% a $1,0994; dollaro/yen -0,36% a JPY 119,29. Euro/franco svizzero +0,54% a CHF 1,0522. Euro/yen +0,24% a JPY 131,12.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +0,67% a $47,83; Brent +1,20% a $55,77. Oro +0,29% a $1.194,90. Argento +0,16% a $17,01.