Mercati

Wall Street in ribasso, small cap verso fase di correzione. Nasdaq -2% in settimana

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Wall Street in ribasso, sulla scia delle vendite che stanno colpendo anche i mercati europei, all’indomani del forte rally che è stato riportato soprattutto dalla Borsa di Milano. Avversione al rischio verso le small cap, indice Russell 2000 vicino a fase di correzione, ha perso -9,4% dal record testato lo scorso 4 marzo.

Alle 17 circa ora italiana, il Dow Jones scende -0,20% a 16.518,36 punti, il Nasdaq perde -0,23% a 4.041,98, S&P -0,27% a 1.870,52.

Il Nasdaq Composite Index si prepara a chiudere la settimana in calo -2% circa, pagando le forti vendite che hanno colpito di nuovo il settore biotech e tecnologico. Occhio al Dow Jones Internet Composite Index, che ha ceduto -4,3% negli ultimi cinque giorni di contrattazioni, messo sotto pressione dai sell off su titoli come Twitter e Groupon, che sono stati superiori a -16%. S&P -0,6% nella settimana.

Focus sulle indicazioni che arrivano dall’analisi tecnica: per il Dow Jones Industrial Average, punto di resistenza cruciale a 16.647,430, supporto a 16.526,490 (che è stato sfondato al ribasso).

Per il Nasdaq Composite: resistenza cruciale a 4.080,350, supporto a 4.011,060.

Per lo S&P 500: resistenza a 1882,350, supporto a 1.863,330.

Tra i titoli Apple in calo dopo la notizia dell’acquisizione di Beats Electronics, societĂ  di cuffie audio e servizi di streaming, per un valore di $3,2 miliardi. Si tratterebbe della maggiore acquisizione da parte del gigante tecnologico.

Nessuna fusione invece tra i colossi del mercato pubblicitario Omnicom e la francese Publicis Group. Le due societĂ  hanno cancellato il piano da $35 miliardi.

Richard Perry, analista di mercato di Hantec Markets, spiega il sentiment di mercato affermando che “le recenti dichiarazioni di Putin sul ritiro delle truppe dall’Ucraina non sarĂ  sufficiente a fermare il referendum, nell’est del paese, previsto per il fine settimana, con conseguenze che potrebbero essere molto significative”. Domenica si voterĂ  di fatto sulla proposta di secessione avanzata dai separatisti filo-russi.

Dal canto suo l’euro rimane sotto i riflettori, dopo la performance altalenante della vigilia, condizionata prima dalla decisione della Bce di lasciare i tassi al minimo storico dello 0,25% – con conseguente rally fino ai massimi dal 2011, a $1,3984 – poi dalle parole del numero uno dell’istituto Mario Draghi che, lasciando intendere un intervento a giugno, ha portato la moneta unica a scivolare sotto quota $1,39. Euro/dollaro accelera ulteriormente al ribasso con -0,58% a $1,3760 scivolando anche sotto quota $1,38; dollaro/yen +0,07% a JPY 101,72; euro/yen -0,50% a JPY 139,92, euro/franco svizzero +0,07% a CHF 1,2188.

Focus anche sui Treasuries, dopo l’asta poco confortante dei bond a 30 anni che ha messo in evidenza un calo dell’interesse per i titoli di stato Usa a lungo termine da parte degli investitori. Al momento Treasuries a 10 anni in rialzo, tassi decennali in calo al 2,61%.

ALTRI MERCATI – Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,55% a $100,81 al barile, quotazioni oro +0,24% a $1.290,80.