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Wall Street immobile. Fiducia Usa al massimo di cinque anni

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New York – Wall Street sostanzialmente piatta, seppure senza grandi slanci, dopo la pubblicazione dell’indice della fiducia dei consumatori stilato dall’università del Michigan, balzato a sorpresa a 83,1 punti, al massimo in cinque anni. Si tratta della stima preliminare di ottobre. Alla chiusura, gli indici Usa sono in zona di sostanziale parita’. Alert per gli abbonati a Insider, sulla media mobile a 50 giorni S&P500.

Market mover nella giornata di oggi anche i risultati di bilancio migliori delle attese dei colossi di Wall Street. Questa settimana, le cose non sono andate però bene per l’indice S&P 500, che ha perso -1,6%, il ribasso più sostenuto dalla settimana del primo giugno. L’indice è ancora +14% da inizio 2012.

Reso noto dal fronte macro anche l’indice dei prezzi alla produzione di settembre, salito più delle attese; il dato, che monitora l’andamento delle pressioni inflazionistiche, ha fatto +1,1% nel mese di settembre su base mensile, e +2,1% su base annua, più delle attese. A scatenare la crescita è stato il balzo dei costi energetici. “Il guadagno è stato messo a segno quasi interamente dagli energetici – ha confermato Brian Jones, senior economista Usa presso Société Générale a New York, in una intervista a Bloomberg – L’outlook sull’inflazione sottostante è comunque positivo, il che significa che la Fed ha ancora spazio per agire”.

Tornando a JP Morgan, nel corso del terzo trimestre dell’anno, la banca ha incassato utili per $5,7 miliardi, o $1,40 per azione, contro gli $1,24 per azione attesi dagli analisti di Reuters. Messe alle spalle almeno per il momento, dunque, le perdite subite per il caos provocato dalle operazioni di trading della “balena di Londra”.

Il fatturato si è attestato a $25,1 miliardi, meglio delle attese di $24,5 miliardi e in crescita rispetto ai $22,9 miliardi del secondo trimestre e $24,4 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Da segnalare che il ritorno del titolo da inizio 2012 è del 30%, rispetto alla flessione -20% del 2011. Il dividendo assicura un rendimento del 2,85%. L’azione scambia otto volte le stime sull’utile per azione del 2013, pari a $5,23. Reazione sell on the news, titolo perde -0,99%.

Bene anche i risultati di un’altra grande banca, Wells Fargo, la prima negli Stati Uniti per i prestiti di mutui, che nel terzo trimestre ha assistito a una crescita dei profitti +22%. Utili netti si sono attestati al record di $4,94 miliardi, o 88 centesimi per azione, contro $4,06 miliardi, o 72 centesimi per azione, dello stesso periodo del 2011. Il risultato è stato migliore degli 87 centesimi per azione attesi dal consensus di Bloomberg. Fatturato +8,1% su base annua a $21,2 miliardi. Anche qui reazione sell on the news, con -3,52%.

Tra altri titoli, male Advanced Micro Devices, dopo che il produttore di processori per computer ha rivisto al ribasso l’outlook per il terzo trimestre. Quotazioni -9,10%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro +0,29% a $1,2964; dollaro/yen +0,04% a JPY 78,35; euro/dollaro +0,30% a JPY 101,57.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,01% a $92,08 al barile, mentre quotazioni oro -0,21% a $1.766,80 l’oncia.

UTILI JP MORGAN

UTILI WELLS FARGO