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Wall Street debole, non si fida dei segnali di ripresa del lavoro

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New York – Wall Street ha chiuso contrastata. Il Dow Jones ha perso lo 0,11% e chiuso a quota 13060,14; il Nasdaq ha guadagnato lo 0,40% a 3080,50 punti. La borsa di New York aveva aperto la seduta in negativo nonostante i segnali di timido miglioramento giunti dal mercato del lavoro in attesa del report mensile governativo di domani. Si preannuncia la peggiore settimana dal 2012, con l’azionario Usa che ha perso terreno in quattro delle ultime cinque sedute.

L’indice CBOE della volatilita’, il miglior metodo per misurare la paura che aleggia sui mercati, e’ stabile in area 16 punti. I segnali poco incoraggianti giunti dall’Europa tornano in primo piano e smorzano l’appetito per il rischio degli investitori.

I dati sulle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti hanno visto un calo a quota 357 mila unita’, facendo leggermente peggio delle previsioni (355 mila) e rispetto ai 363.000 (dati rivisti in rialzo, per l’ennesima volta) della settimana precedente. Il dato piu’ positivo riguarda la media mobile a un mese: calata ai minimi di quattro anni. Il miglioramento e’ comunque contenuto.

Nella giornata di ieri era stato il risultato dell’asta spagnola a pesare sull’andamento di Wall Street, e a portare i principali listini Usa in calo oltre -1%. Rischi Europa che, aggiuntisi alla minore probabilità di stimoli monetari dalla Fed, portano in ribasso anche l’azionario europeo e le Borse asiatiche.

Nelle ultime settimane il quadro macro su scala globale si puo’ sintetizzare in un rallentamento in area emergente, Cina in primis, alle prese con il tentativo di sgonfiamento controllato dei prezzi immobiliari; le prospettive di contrazione del Pil dell’area euro e infine un’economia Usa relativamente piu’ forte, come indicato dagli indici anticipatori soprattutto nel comparto manifatturiero. Va sottolineato, tuttavia, che i dati complessivi sono risultati in media sotto le stime, a causa del contributo negativo in questo senso del comparto immobiliare e degli ordinativi di beni durevoli.

Nel mercato valutario in primo piano la debolezza della moneta unica contro i principali rapporti di cambio. Cede oltre mezzo punto percentuale sul dollaro statunitense, mentre oltre il punto percentuale sullo yen giapponese, si prepara a sfondare al ribasso anche quota JPY 107.

Ma il rapporto al centro dell’attenzione degli operatori al momento è l’EUR/CHF, con l’avvicinarsi pericolosamente al floor imposto dalla Banca nazionale della Svizzera (SNB), a CHF 1,20. Superato per un momento il limite, per poi tornare subito sui CHF 1,202-1,201. Raggiunti CHF 1,19995.

Tra i nomi societari si segnala il balzo oltre +5% di Bed Bath & Beyond negli scambi tedeschi, dopo che la societĂ  ha detto di attendersi utili per azione piĂą alti delle attese per il primo trimestre. Apple sembra tenere il ritmo e avanza, seppur con un modesto +0,2%.

Ford annuncia di aver rivisto al rialzo le stime sulla vendita di autovetture per il 2012, dopo un ottimo primo trimestre.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, attesi i dati sulle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione alle 14.30, mentre alle 15.45 l’indice sulla fiducia dei consumatori di Bloomberg. Alle 16.30 immagazzinamento di gas naturale e vendite catene commerciali.

Sul fronte valutario, l’euro scende nei confronti del dollaro dello 0,59% a $1,3061, cedendo sullo yen lo 0,76% a JPY 107,49. Nei confronti della valuta nipponica, l’euro testa i minimi delle ultime tre settimane. Rapporto dollaro/yen -0,16% a JPY 82,29.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul greggio tornano a salire dopo il tonfo di ieri che ha interessato tutte le materie prime, attestandosi $101,90 al barile, con +0,42%, mentre le quotazioni dell’oro avanzano dello 0,99%, a $1.630.