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Wall Street cede terreno: giu’ consumi e servizi

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New York – Wall Street ha chiuso in calo. Il Dow Jones ha perso lo 0,47% e chiuso a quota 13206,51; il Nasdaq ha ceduto l’1,16% a 3024,30 punti.

Ai dati sul mercato del lavoro, da considerare tutto sommato positivi, rispondono quelli deludenti sull’industria dei servizi: l’indice Ism non manifatturiero e’ calato piu’ del previsto in aprile a 53,3, segnale che gli americani sono riluttanti a mettere mano al portafoglio.

Sebbene l’azionario sia, nel breve periodo, in linea con l’andamento di altri asset rischiosi, nel medio periodo i titoli appaiono eccessivamente costosi (in particolar modo in rapporto ai Treasury). La possibilità di un Quantitative Easing 3 (QE3) ha infatti portato a una forte deviazione dell’andamento di questi due asset. Nelle ultime settimane correlazione diretta tra l’azionario e i rendimenti dei Treasury (avversione / propensione al rischio), mentre l’eventualità di nuovi stimoli monetari ha ultimamente portato alla rottura di questa relazione. La differenza potrebbe essere colmata a breve.

Tonfo per i contratti sul Wti, registrano la variazione negativa piĂą forte da circa 5 mesi e vanno a perdere qualcosa come -2,5%. Lo spread con il Brent rimane tuttavia praticamente uguale.

In calo il dollaro americano, con l’euro che torna a salire nonostante la non-decisione da parte della Banca centrale europea. Ancora in ribasso il dollaro australiano, mentre lo yen giapponese sembra voler chiudere la settimana praticamente stabile rispetto alla precedente.

Deboli anche i metalli preziosi, con l’argento che per la prima volta da gennaio si riallinea, in rapporto, ai prezzi dell’oro.

I ribassi interessano tutti e 10 i settori degli indici azionari, ma materie prime e finanziari sono quelli piu’ presi di mira.

Tra le singole blue chip, sell su Bank of America e Halliburton, che lasciano sul campo almento l’1,5%. Tonfo di addirittura il 40% per Green Mountain Coffee Roasters, che ha annunciato utili inferiori alle stime. Grazie a profitti sopra le previsioni, Whole Foods Market, il maggiore gruppo di supermercati del paese, fa invece un bel balzo di sei punti percentuali circa.

All’intern della sfera macro, le richieste di sussidio di disoccupazione sono calate piu’ di quanto stimato nell’ultima settimana. La flessione e’ stata la piu’ decisa dell’ultimo anno, tuttavia la media a quattro settimane e’ salita ai massimi di inizio dicembre. La produttivita’ si e’ ristretta dello 0,5% nel primo trimestre (dati preliminari) contro il ribasso dello 0,8% previsto.

L’entusiasmo per una situazione occupazionale migliore del previsto, in vista del reporto governativo di domani, contribuisce ad alleviare la paura per le previsioni sulle condizioni economiche in cui versa l’Europa.

“I dati sul mercato del lavoro di oggi sono positivi”, ha detto a Bloomberg Philip Orlando, chief equity strategist di Federated Investors. “Indicano che i numeri sui posti creati in maggio dovrebbero con ogni probabilita’ essere meglio delle attese. Tuttavia la ripresa e’ ancora lenta e l’Europa rubera’ l’attenzione e i rischi di un deterioramento della situazione continueranno a occupare le prime pagine dei giornali”.

Nella giornata di mercoledi’ l’azionario Usa ha chiuso in rosso in seguito alle indicazioni poco incoraggianti dal tasso di disoccupazione in Europa.

Come facevano intendere le sue ultime dichiarazioni da falco, Mario Draghi resiste alle pressioni e decide di lasciare invariati all’1% i tassi di interesse dell’area euro. Stavolta non ci sara’ nessuna iniezione di liquidita’ nel sistema, come speravano alcuni.

In giornata altre 34 societa’ dell’indice S&P500 annunciano i risultati d’esercizio del primo trimestre 2012. Sinora nel 72% dei casi i gruppi hanno battuto le attese degli analisti.

Visa in calo dopo che il Chief executive officer, Joseph W. Saunders, ha modificato la struttura delle commissioni ricevute dalla società, nel tentativo di difendere la posizione leader di mercato dopo l’ultima sentenza della corte statunitense sulle carte di debito. Il 13 marzo la sezione antitrust del Dipartimento della Giustizia Usa aveva aperto una investigazione richiedendo maggiori informazioni sulla strategia di prezzo messa in atto da Visa.

In ambito valutario, l’euro è al momento piatto nei confronti del dollaro, con -0,01% a $1,3152, mentre contro lo yen cresce dello 0,28% a JPY 105,67. Rapporto dollaro/yen sale dello 0,29% a JPY 80,35. Da segnalare che i timori sul problema dei debiti sovrani fa scendere la moneta unica contro il biglietto verde per la terza sessione consecutiva.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano dell’1,77%, a quota $103,36 al barile, mentre le quotazioni dell’oro si attestano a $1.636,50 l’oncia (-1,06%). Le materie prime scontano i timori sul peggioramento della congiuntura europea, in assenza di sufficienti stimoli da parte della Bce. Quanto ai Treasuries, i rendimenti del decennale di riferimento sono invariati all’1,93%.