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Wall Street avanza e ritorna ai livelli pre-crisi finanziaria del 2008

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New York – Wall Street termina la giornata di contrattazioni in positivo, guidata dai dati macroeconomici dagli Stati Uniti e dall’ottimismo sulla questione Grecia. Investitori convinti che alla fine Atene riuscirà ad ottenere il secondo pacchetto di salvataggio da €130 miliardi, necessario per evitare il default disordinato sul debito.

In chiusura il Dow Jones sale di 123,13 punti (+0,96%), a quota 12.904,08; il Nasdaq avanza di 44,02 punti +1,51%, a 2.959,85; lo S&P500 guadagna 14,81 punti (+1,10%), a 1.358,04.

Praticamente svanito l’effetto negativo dell’ultima nota dell’agenzia di rating Moody’s Investors Service, dove afferma di aver messo sotto osservazione per un possibile downgrade 17 banche globali, tra cui i principali istituti Usa: Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan e Morgan Stanley.

A tal proposito, parlando della condizione generale in cui versano le banche di tutto il mondo, Jim Antos, analista finanziario presso Mizuho Securities, a Hong Kong, si è così espresso: “Nell’arco dei prossimi due anni, le grandi banche saranno meno solide rispetto al passato, questo è certo. E’ già molto difficile riuscire infatti a raccogliere nuovi mezzi di capitale oggi”.

Moody’s è stata chiara nel motivare il proprio avvertimento: “le società che operano sui mercati dei capitali stanno facendo fronte a sfide in continua evoluzione, come le condizioni più fragili dei finanziamenti, gli spread sui crediti più larghi, il peso di una maggiore regolamentazione e condizioni più difficili da un punto di vista operativo”.

Caso Grecia, ancora tante divergenze tra i leader dell’Area sul da farsi, in attesa del prossimo meeting tra i ministri delle Finanze europei, previsto per lunedì 20 febbraio. Non ancora soddisfatte le richieste dei paesi che dovrebbero erogare i finanziamenti ad Atene: in definitiva, si chiedono ulteriori programmi di austerità e un controllo su come verranno gestiti i nuovi aiuti. Ma gli investitori sono convinti che alla fine Atene riceverà gli aiuti.

Parla intanto il numero uno della Fed Ben Bernanke, che difende la politica di bassi tassi di interesse di fronte alla comunità dei banchieri; e che torna a ribadire come la ripresa dell’economia Usa proceda a un ritmo frustrante. Bernanke fa anche un’ammissione: “In particolare, riconosciamo che le nuove regole e le nuove richieste di supervisione possano tradursi nell’imposizione di costi sproporzionati su quelle banche che dispongono di staff più piccoli e di sistemi informativi meno elaborati, rispetto a quelli degli istituti più grandi”.

Il timoniere della Banca centrale americana sottolinea poi, riguardo ai tassi di interesse, di comprendere che un livello del costo del denaro così basso possa danneggiare la redditività delle banche: detto questo, la politica accomodante è necessaria per sostenere il recupero della congiuntura.

Forte rialzo tra gli hi-tech per NetApp (+7,17%). dopo che la società ha riportato risultati nel terzo trimestre di poco superiori alle attese degli analisti. Nel dare l’annuncio la società ha comunicato maggiori vendite e ha dichiarato anche di aver portato il numero dei clientia un valore record record.

Bene anche Nvidia (+1,73%), nonostante stime sulle vendite nel primo trimestre 2012 inferiori alle attese degli analisti.

Tra gli altri titoli balza GM (+8,99%), dopo che il colosso automobilistico ha reso noto di aver riportato nel quarto trimestre conti che il mercato ha apprezzato (utili netti piatti e crescita del fatturato del 3%).

Proprio nella mattinata Usa sono stati resi noti importanti dati economici, che sostengono la performance di Wall Street.

In primo piano le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che si sono confermate migliori delle stime e che hanno testato insieme alla media delle ultime quattro settimane il mimino in quasi quattro anni, ovvero dal marzo del 2008.

Comunicato anche l’indice dei prezzi alla produzione, che a gennaio è salito dello 0,1%, meno delle stime. La componente core ha fatto invece +0,4%, crescendo a un ritmo superiore a quello atteso. Detto questo, su base annua i prezzi alla produzione sono avanzati del 4,1%, al ritmo annuo più basso dal gennaio del 2011.

Le condizioni del mercato edilizio sono state testate invece con il dato relativo ai nuovi cantieri, che a gennaio hanno fatto +1,5% a 699.000 unità, a un livello migliore delle previsioni. Tuttavia gli analisti fanno notare che, per parlare di ripresa del mercato, sarà necessario ancora tempo.

La carrellata di dati economici positivi si è conclusa con la pubblicazione del Philadelphia Fed, che a febbraio è balzato a 10,2 punti, meglio delle previsioni del consensus.

Sul fronte valutario, l’euro recupera a $1,3134, dopo essere sceso fino a $1,2983. La moneta unica verso lo yen a JPY 103,65, mentre il rapporto dollaro/yen a 78,90.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio avanzano a quota $102,31 al barile, mentre le quotazioni dell’oro scambiano a $1.728,40 l’oncia.