Utili… alla causa. Qualche riflessione su cosa farà oggi la Fed

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

di Alberto Raponi, consulente finanziario

Settimana di allungo sulle borse americane. La premessa che si fa è che in questa rubrica si analizza quasi unicamente il mercato americano, in quanto è quello dal quale dipendono in genere gli andamenti di tutte le piazze finanziarie mondiali. Il mantra che guida un po’ tutti gli operatori è quello di andare a vedere alle 15.30 come apre Wall Street per decidere poi l’andamento dei propri mercati. Quindi che senso ha analizzare il resto? Certo anche la borsa americana è influenzata da quello che accade nel mondo, ma comunque resta il faro che illumina un po’ tutti i mercati. Questo dovrebbe essere sintomatico anche nelle scelte di investimento: quando si decide su quali mercati puntare, dal punto di vista geografico, è sempre un bene pesare abbastanza gli Usa Tutto il resto si muove di conseguenza. Proprio questa settimana potrebbe essere presa ad esempio per capire la premessa: gli sconquassi politici in Italia, che ci potrebbero indurre a pensare che la settimana sia andata male, non toccano minimamente New York, che continua il suo sentiero di ripresa. E questo si riflette poi sulle altre piazze, e quindi l’Italia, per quanto importante, non lascia traccia sulla finanza mondiale, e questo non è che un bene…

L’allungo degli indici americani è dovuto ad una serie di fattori, passati e prospettici. Tra i primi possiamo annoverare l’andamento della stagione degli utili trimestrali delle aziende a stelle e strisce. Un classico esempio di come ogni tanto gli avvenimenti microeconomici condizionino il quadro macroeconomico. I conti societari tengono, i bilanci sono solidi, e tutto questo allontana le potenziali ripercussioni finanziarie della situazione economica attuale, il famoso credit crunch per paura del quale le big bank hanno fatto accantonamenti monster. Questo venir meno delle paure mette calma sistemica, e la calma favorisce le attività risk, le azioni, che senza grossi strappi stanno riprendendo i loro corsi.

L’attesa per la riunione della Fed

Tra i fattori prospettici invece possiamo mettere l’attesa per la riunione della Fed di oggi. Questo sarà l’ultimo prima delle vacanze estive. E’ atteso un rialzo dei tassi di 75 punti base, qualcuno ipotizza addirittura 100 punti(io no), ma importante sarà il discorso che seguirà la decisione. Sarà finito il momento dei falchi? Come proseguirà la Fed da settembre in avanti? Cosa ci aspetta? Nel dubbio, gli operatori non prendono particolari posizioni. Tutto dipenderà dai dati sull’inflazione. Si è raggiunto il picco secondo Powell? E quindi si mostrerà più calmo? Oppure no? Certo è che il crollo dei prezzi delle materie prime lasca ipotizzare che almeno per il momento il rialzo dei prezzi possa prendere una pausa. E su questo assunto, empirico, la scommessa che lievemente si annida dietro questa fase di timidi acquisti è proprio quella: la Fed si calmerà, dovrà vedere gli effetti delle restrizioni già fatte prima di decidere il futuro. E quindi approfittiamo adesso prima che sia troppo tardi.

Altri fattori ancora da verificarsi sono le trimestrali delle società Usa. Questa settimana vede sugli scudi nomi quali Amazon e Microsoft, in compagnia di qualche migliaio di aziende di più piccole dimensioni. Insomma la stagione degli utili entra nel vivo, e dati i primi rilasci positivi, il mercato sta calmando i suoi eccessi e vede prospettive.

Riassumendo: un quadro macro che va sistemandosi, unito ad un quadro micro che era previsto pessimo ed invece non lo è, stanno riportando il sereno sui mercati. Certo qualche dubbio ancora c’è, ed infatti la salita è timida, senza particolari allunghi degli di nota. L’ottava che si aprirà lunedì sarà decisiva in questo senso.

Le mosse della Bce

Un cenno sulla settimana europea non può non essere fatto. A parte la crisi politica in Italia (stendiamo un velo pietoso), l’avvenimento più atteso della settimana era la riunione della Bce. La banca centrale ha sorpreso i mercati, innalzando i tassi di mezzo punto invece che di un quarto come aveva annunciato. Ma il punto importante non è tanto questo, ma un altro, anzi due:

  • Ha tolto la forward guidance, ossia il progetto futuro sulla base del quale la Bce si muove. Ciò significa che non avrà una guida futura, un piano, ma ci si baserà unicamente sui dati che via via verranno rilevati;
  • Lagarde ha detto che la decisione di rialzare più del previsto è stata presa in quanto il periodo per normalizzare la politica monetaria potrebbe non essere esteso. Ciò significa che la banca centrale non esclude una potenziale recessione a breve che ostacolerebbe il sentiero di normalizzazione dei tassi. Quindi si porta un po’ più avanti subito per approfittare della situazione contingente.

L’unione di questi due punti non da un bel quadro. Togliere il programma per basarsi sui dati immediati, approfittare di situazioni che potrebbero cambiare. Insomma sono azioni che stridono un po’ se si tiene conto del fatto che questa istituzione dovrebbe avere un po’ tutto sotto controllo. Non dimentichiamo che la politica, soprattutto in Europa, ha lasciato sempre più il potere decisionale alla finanza, proprio alla Bce per essere chiari. E sapere che questa non ha idee chiare sul futuro non lascia proprio tranquilli, anzi. Altra confusione è emersa sullo scudo anti-spread. Tolta qualche affermazione di rito (proprio sull’Italia in risposta ad una precisa domanda) non si è ben capito né cosa sia né quando potrà essere utilizzato. Ma sarà pronto? La domanda che sovviene. Ad ora appare come un piano di salvataggio del tutto arbitrario, il cui utilizzo non è ben chiaro. Insomma, anche qua, aspettiamo fiduciosi chiarimenti. Come proprio la Lagarde ha detto è un ulteriore mezzo per riempire la cassetta degli attrezzi, che per fortuna ha già qualche strumento ben meglio conosciuto.

Insomma, se mai la premessa sul perché si analizzi solo il mercato americano abbia fatto nascere qualche domanda, la risposta è servita…..

Dal puto di vista operativo, la ripresa dei 4.000 punti dell’indice S&P 500, anche se non confermata in chiusura, apre il campo ad un potenziale ulteriore allungo. Propendo per un velato ottimismo, certo un po’ di strada è stata già fatta, quindi prestare sempre più attenzione man mano che il mercato sale. Perché i problemi non scompariranno certo in un battibaleno…

Anche sul fronte conflitto sembra aprirsi qualche spiraglio, almeno sui rifornimenti mondiali del grano quindi, nonostante siamo indotti a pensare che tutto potrà andare solo peggio, così non è, basta dare al tempo il giusto tempo.