Chi paga il conto della liquidita? Il paradosso dei tassi negativi

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In merito alla notizia dell’AD Mustier il quale suggerisce di trasferire i costi ai clienti per convivere con i tassi negativi, un nostro lettore nonché consulente finanziario, Matteo Giovagnoni, ha voluto condividere pubblicamente la sua “lettura” a riguardo e le modalità per poter salvaguardare i propri investimenti.

Tassi negativi e banche

Oggi, ed ormai da tempo, per le banche detenere liquidità è un peso, anzi un costo. I tempi degli interessi sulla liquidità per i clienti sono ormai un miraggio così come, quasi, dei conti depositi. Ed ecco il primo shock per il risparmiatore italiano, in Europa già alcune banche fanno pagare una commissione per la liquidità in conto.

Dieci giorni fa, la notizia sui costi applicati in Svizzera da rinomate banche:

💸 Credit Suisse comincerà ad applicare tassi negativi (-0,4%) sui c/c dei wealthy anche su depositi in CHF sulla quota eccedente l’equivalente di un milione di euro
💸 UBS applicherà tassi negativi sui depositi in CHF sulla quota eccedente i 2 milioni di euro
💸 UBS applicherà una fee dello 0,6% sui conti in euro per la quota eccedente i 500 mila euro

La banca è una azienda, lo è sempre stata e come tale ha esigenze di bilancio. Prima l’italiano entrerà in questa ottica e meglio riuscirà a digerire la notizia di oggi: 

https://www.wallstreetitalia.com/la-proposta-di-mustier-unicredit-tassi-negativi-vanno-trasferiti-ai-correntisti/

L’amministratore delegato di Unicredit Jean Pierre Mustier,  in qualità di presidente dell’EBF, l’ABI delle banche europee, ha affermato ieri che per garantire “la massima efficienza” alla politica monetaria della BCE:

Sarebbe estremamente importante che i tassi negativi non si fermassero nei bilanci bancari. È importante che la BCE dica alle banche: per favore passate i tassi negativi ai vostri clienti” ha spiegato Mustier “proteggendo naturalmente i piccoli clienti con depositi inferiori ai 100 mila euro.

L’Italia nuota in un oceano di liquidità parcheggiata sui conti pari a circa 1.400 miliardi, un malcostume che potrebbe iniziare a costare caro, insomma. La liquidità è fondamentale in ogni pianificazione finanziaria, ma in una quota giusta.

INVESTIRE TUTTO È SBAGLIATO MA DIVENTERÀ ANCORA DI PIÙ INSENSATO INVESTIRE TROPPO POCO. 

Ulteriore notizia che ha fatto scalpore è relativa ad una banca danese i cui mutui per l’acquisto di abitazioni sono stati accesi a tasso NEGATIVO. Cosa vuol dire? In pratica restituire meno di quanto ti abbia prestato l’istituto. Ma ritorniamo al caso Italia…

Il rendimento dei Btp a dieci anni è ormai stabilmente sotto l’1%. Non solo. Oggi “prestare denaro” ad uno Stato “sicuro” fino a 30 anni significa ricevere a scadenza meno denaro. A pochi giorni dal lancio del Bund trentennale a rendimento negativo la situazione globale conferma una fame di rendimenti sempre più elevata. Effetto inflazione vi dice nulla?

 

Fantasticando, ma neanche troppo, si può pensare che riuscendo ad ottenere un prestito a tassi negativi e lasciando semplicemente i soldi sul conto corrente al tasso dello 0%, mi ritrovo alla fine con più soldi di prima (non considerando qui i costi di gestione del conto corrente e ovviamente la variabile inflazione). Tralasciando il target del 2% dell’eurozona, ipotizzando una livello più reale dell’1% comunque ci si impoverirebbe nel tempo.

 

 

COME PUO’, l’INVESTITORE, TUTELARSI DA QUESTO STRAVOLGIMENTO EPOCALE?

Abbiamo visto il contesto attuale, abbiamo preso coscienza della realtà ora vediamo come far vivere nel “presente” il vostro patrimonio con alcuni semplici consigli:

  • Comprendendo il contesto:  sapere e conoscere la realtà finanziaria attuale permette di valutare meglio anche i propri investiment
  • La giusta liquidità in conto: rimanere liquidi significa perdere potere di acquisto come abbiamo visto; preservate i risparmi sulla base delle esigenze reali. 3/5 mensilità bastano per far fronte alle esigenze di cassa anche per molto tempo
  • Pianificando la propria vita finanziaria con criterio e nel lungo periodo. Valutate ad esempio: Liquidità, Fondo imprevisti, Fondo pensione, etc senza dimenticare i dictat della diversificazione e monitoraggio;
  • Chiedere finanziamenti solo se necessari: indebitarsi troppo è errato ma se chiedo un prestito per una buona ragione ed a condizioni favorevoli è giusto farlo per migliorare la propria condizione di vita;
  • “Simpatizzare” con la volatilità dei mercati: l’azionario se nel breve per la volatilità che lo caratterizza diventa una “scommessa”, nel medio-lungo termine diventa un potente motore di rendimento con il giusto approccio.

Un piano che potrebbe vedere modifiche in base alle esigenze personali, ai sogni da volere perseguire. Quel che è certo è che un intero patrimonio non si può investire del tutto. È buona cosa lasciare sempre un 20% di cash dedicato agli investimenti per mediazioni e aggiustamenti di circostanza.