Chi è il pittore che disegna sui mercati?

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di Alberto Raponi, consulente finanziario

Si è indotti a pensare che ogni movimento dei mercati sia la reazione a qualcosa. Magari ad una dichiarazione di un influente banchiere o magari ad un evento geopolitico. E questo genera un errata valutazione che spesso si ripercuote anche sui risultati di un investimento finanziario. L’errore sta nel cercare quotidianamente quell’evento che condiziona i mercati. La ricerca quotidiana/settimanale/mensile di quel qualcosa ci porta a valutare troppo da vicino gli eventi, che sono si importanti se presi singolarmente, ma che andrebbero inquadrati in un contesto molto più ampio, nel tempo e nello spazio.

Per fare un esempio: aspettiamo tutti il tetto al prezzo del gas, e mentre lo aspettiamo, inaspettatamente, questo prezzo scende. Poi magari verrà deliberato e, contrariamente alle attese, sale. O magari si avvicina il temutissimo inverno e i costi energetici scenderanno, quando tutti prevedono lacrime e sangue su quel fronte. Questo tentare di precedere e muoversi sui mercati in base a questi singoli eventi è limitante per gli investimenti e limitativo per l’ampiezza di osservazione. Tutti questi fattori, che se presi singolarmente sono molto importanti, fanno parte di un contesto molto ma molto più ampio. Il mondo sta cambiando, e i mercati finanziari, attraverso aggiustamenti di breve periodo, stanno provando a capire come, pesando si i singoli eventi, ma rendendoli parte di un quadro che è quello più futuribile possibile. E allora, in questa erraticità giornaliera/settimanale, prende piano piano corpo, sui mercati, quello che potrebbe essere avvicinato all’opera di un pittore. Aggiunge colore, poi lo sfuma, poi lo cambia, e tutti questi passaggi, alla fine, daranno vita all’opera finale. E’ importante capire ogni singolo tono di colore man mano che lo si vede aggiungere? Decisamente no, perché ciò che conta, alla fine, è il risultato finale. Chi è il pittore che disegna sui mercati?

Il pittore che disegna sui mercati

E’ il mondo stesso che, alla ricerca della sfumatura migliore, cerca continuamente di dare un prezzo al suo futuro. Con una convinzione basilare però: che lo stesso futuro immagazzinerà, mano a mano, i progressi che il mondo farà, perché il progresso è inevitabile.  Quindi alla fine, anche passando per transizioni energetiche dure, per crisi finanziarie discutibili, o per guerre, questo progresso guiderà lo sviluppo del mondo, e lo piegherà al suo volere, che è quello di renderlo sempre più efficiente, e anche sostenibile.

Riassumendo: è sì importante seguire le dinamiche, ma non si deve mai perdere di vista il quadro generale. Questa crisi energetica velocizzerà il progresso verso fonti diverse e più efficienti. Questa guerra disegnerà un equilibrio migliore, forse meno globale ma anche meno stressante. In che tempi? Ecco, i mercati provano a capire questi, e per questo qualche fase orso è più lunga (questa dura già da 8 mesi…), perché magari il contesto è talmente intrecciato  che non permette di capire quando il progresso finirà di dipingere il disegno complessivo.

E quindi? Quindi questa settimana, inaspettatamente positiva visti i rialzi dei tassi della Bce, la costante energetica che ormai comanda, e l’inflazione che morde, spiega proprio questo: che il mercato è fatto di vari attori, e che non tutti possono vedere la stessa cosa, qualcuno dà colore qualcuno lo toglie, ed il quadro prende forma.

Sempre cercando di vedere tutto all’interno del quadro più ampio, qualcosa mi dice che si dovrebbe arrivare intorno ai 4.300 punti, quindi ancora su. Perché? Magari perché mentre tutti aspettiamo il duro autunno, i mercati hanno già passato il loro inverno….chi lo sa?