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Vivere sicuri, il numero di gennaio di Wall Street Italia

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Nel 1969, il professor Philip Zimbardo dell’Università di Stanford, condusse un esperimento di psicologia sociale. Prese due auto identiche e le abbandonò per la strada in due posti molto diversi: una nel Bronx, la zona degradata di New York e l’altra a Palo Alto, zona ricca della California. In poche ore l’auto nel Bronx fu saccheggiata e distrutta. L’auto lasciata a Palo Alto, invece, rimase intatta.
Facile saltare alle conclusioni e attribuire la brutta fine della prima auto alla povertà del quartiere, ma l’esperimento non era finito. Quando, dopo una settimana, l’auto di Palo Alto era ancora illesa, i ricercatori decisero di romperle un vetro. Il risultato cambiò. Furti e vandalismo ridussero il veicolo a un rottame. Come nel Bronx.

Perché il vetro rotto in un’auto abbandonata in un quartiere tranquillo innesca un processo criminale? Non è la povertà, ma il comportamento umano. Finché ci prenderemo cura delle nostre cose, di noi stessi, finché ci raderemo tutte le mattine (uomini) o ci truccheremo prima di uscire (donne), finché ci continueremo a vestire bene ogni giorno, fino a quando lo faremo ci sentiremo sempre a posto con noi stessi.
E così la nostra vita sarà sempre piena di progetti, di voglia di fare, di costruire. Un vetro rotto in un’auto abbandonata trasmette disinteresse e assenza di regole, lo stesso vale per noi stessi passando dall’indossare ogni giorno una camicia pulita e stirata a rimettere quella del giorno prima. Altri esperimenti hanno dimostrato che, se dopo essere stato rotto, il vetro di una finestra di un edificio non viene riparato, verranno presto rotti tutti gli altri.

Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo sembra non interessare a nessuno, presto si svilupperà la criminalità. La mancanza di istruzione e di formazione della cultura sociale, genera un paese con “finestre rotte”, la mancanza di cura verso noi stessi, di attenzione a noi stessi, ci renderà sempre più simili alla carcassa di un’auto abbandonata, al rudere di un palazzo dall’aspetto spettrale. Noi siamo e saremo ciò che scegliamo e sceglieremo di essere. Per questo prendiamoci cura di noi stessi.

Questa premessa introduce il ruolo delle polizze di protezione necessarie per avere un futuro piĂą sereno senza rimanere esposti a potenziali rischi inespressi. E’ proprio questo il tema di fondo affrontato nel numero di gennaio del magazine Wall Street Italia.

In copertina

Tra assicurare e investire il legame è più stretto di quanto si possa pensare. Accumulando scorte di denaro nel conto corrente gli italiani rischiano di perdere due volte. Non riuscendo a coprire l’esborso di possibili eventi negativi, di solito ingente, e non facendo fruttare quei soldi. Sono due modi di guardare al futuro. Ma gli italiani appaiono essere miopi, su questo fronte. Un futuro a cui guarda BlackRock che nel 2020 compie venti anni dal suo arrivo in Italia. Al gigante dell’asset manager è dedicata la copertina del mensile.

Il dossier del mese

Al mondo delle assicurazioni è dedicato il dossier “Vivere sicuri” dove sono stati affrontati i temi legati alla cronica sottoassicurazione degli italiani.

Tra gli ospiti del dossier “Vivere sicuri” Paolo Legrenzi, professore emerito di psicologia all’università Ca’ Foscari di Venezia, che espone ai lettori i tre paradossi degli italiani (assicurazione, sicurezza e prevenzione) incapaci di tradurre la loro proverbiale prudenza (o paura?) in azioni che mettano al riparo le loro vulnerabilità.

Un altro illustre professore della mente, lo psichiatra Paolo Crepet, parla del rapporto psicologico degli italiani con il rischio e della percezione che hanno su questo tema, spessa sbagliata anche a causa di modelli comunicativi errati.

Con il professore Enrico Giovannini abbiamo provato a disegnare il futuro dell’Italia che deve tenere conto degli aspetti demografici e del capitale umano delle persone che abitano nel nostro Paese.

 

Per scoprire tutti i contenuti leggi il sommario di Wall Street Italia in edicola.