(Teleborsa) – Dopo gli scandali sul vino le esportazioni in valore di bottiglie made in Italy negli Stati Uniti sono diminuite del 7 per cento, con una perdita per il settore di 60 milioni di euro nel 2009. E’ quanto denuncia la Coldiretti nel chiedere tolleranza zero nei confronti delle frodi e delle sofisticazioni dopo il sequestro a Siena di 10 milioni di litri di vino da tavola pronto per essere esportato negli Stati Uniti come Chianti Docg. Il vino e gli alcolici sono tra l’altro fra i prodotti più a rischio contraffazioni – ricorda Coldiretti -, come dimostra il fatto che secondo gli ultimi dati sull’attività dei carabinieri dei Nas il sedici per cento dei sequestri effettuati riguarda proprio questo settore. Dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino italiano alla conquista di ripetuti successi occorre insistere – afferma la Coldiretti – sulla strada della lotta contro quei comportamenti che causano un danno economico e di immagine gravissimo. Non può essere messo a rischio – sottolinea la Coldiretti – il patrimonio di credibilità costruito nel tempo dal vino Made in Italy che ha raggiunto complessivamente un fatturato record di 10 miliardi di euro, 3,4 dei quali attraverso l’export, con quasi il 60 per cento della produzione destinata ai 486 vini nazionali Doc, Docg e Igt. Un quarto del valore delle esportazioni – evidenzia la Coldiretti – si realizza proprio sul mercato americano, che rappresenta il secondo paese di destinazione del vino made in Italy dopo la Germania. Ciò testimonia la necessità di scongiurare il rischio che episodi come quello del falso Chianti, o altri analoghi accaduti in passato, abbiano un effetto negativo sulle performance commerciali di un settore che offre opportunità occupazionali a 1,2 milioni di persone, grazie al lavoro portato avanti dalle 250mila aziende agricole vitivinicole attive sul territorio nazionale.
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