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Vendite sulla Borsa di Milano, Bund al record

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Milano – La borsa di Milano riaccelera di nuovo al ribasso sul finale, con i ribassisti che la schiacciano il listino sui minimi di seduta a -2%. Il tutto nonostante le rassicurazioni arrivate da una fonte del governo di Parigi, che ha affermato che le indiscrezioni su un nuovo downgrade del debito sovrano francese sono “infondate”.

Gli operatori rimangono comunque sulle spine, sulla scia anche del dato economico degli Stati Uniti, poco confortante, relativo alle vendite di case esistenti, che sono scese a marzo inaspettatamente, al di sotto delle stime degli analisti. Il listino Ftse Mib perde il 2,01% a quota 14.287,27 punti. Spread Italia-Germania in rally di oltre il 3,5% a 387,99 punti base, bancari giù.

Da segnalare poi che il tasso dei bond italiani a cinque anni è arrivato a superare quelli degli omologhi spagnoli (leggi sotto). CDS Italia al nuovo massimo degli ultimi quattro mesi, a 460 punti, dai 356 del 16 marzo.

L’intensita’ delle vendite sulla Borsa di Milano si era intensificata in appena 30 minuti, prima del lieve recupero; espressione del peggioramento del sentiment – con gli investitori che si sono rifugiati sui titoli di stato tedeschi – è stato il balzo dei Bund a breve termine con scadenza a giugno, fino al record a quota 140,64. Contestualmente, lo spread Francia-Germania a 10 anni è volato al massimo dal 10 gennaio, con un rally che negli ultimi minuti di contrattazioni è stato pari a +5,83% a 137 punti base; smobilizzi sui BTP a 10 anni, con i rendimenti che sono balzati fino al 5,59%, per poi ridurre i rialzi con +1,75% al 5,57%; vendite sui bond spagnoli, con tassi saliti fino al 5,90%; tassi a due anni dei titoli iberici in crescita al 3,46%. Ancora, il tasso Italia a cinque anni è arrivato a superare l’omologo spagnolo fino al 4,77% nel finale e il CDS Italia ha testato un nuovo massimo degli ultimi quattro mesi a quota 460, da 356 del 16 marzo. In assoluto, il record è stato toccato in corrispondenza di 593 punti base.

Dopo la mezz’ora di forte agitazione, i listini europei hanno recuperato terreno: Londra chiude a +0,24%, Francoforte -0,58%, Parigi -1,78% e l’indice di riferimento Eurostoxx 50 perde l’1,5%.

A scombussolare le piazze europee, ci aveva pensato già l’asta spagnola, il cui esito è stato comunicato in mattinata. La domanda dell’emissione di titoli a 2 e 10 anni spagnoli è andata bene, anche meglio del previsto; tuttavia il tasso a 10 anni è balzato al massimo degli ultimi 5 mesi, testando anche il terzo record della storia. A tal proposito LEGGI IL COMMENTO DI Bill Gross, confondatore di Pimco, che aveva affermato che la Spagna è un tumore, aggiungendo che non si fidava delle sue emissioni di titoli.

In ambito di notizie politiche, si aprono crepe pericolose nella maggioranza che sostiene il governo Monti. D’altronde, le dichiarazioni del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini fanno riflettere. Il leader ha annunciato di fatto la formazione del Partito della Nazione e ha chiaramente detto che la sua strategia sarebbe quella di inglobare nella sua nuova creatura alcuni ministri dell’attuale esecutivo. Immediata la preoccupazione del Pdl che, attraverso le dichiarazioni di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, ha sottolineato che se ciò è vero, allora è evidente che questo non è più un governo tecnico.

Tornando sulle notizie attinenti ai mercati, da segnalare che il Fondo Monetario Internazionale ha raccolto finora 320 miliardi di dollari per far fronte alle conseguenze della crisi europea. L’obiettivo è rastrellare complessivamente 400 miliardi. Crisi dei debiti sovrani sempre in primo piano, in un momento in cui ulteriori dettagli alimentano la sfiducia degli operatori.

Indicativa poi l’analisi di Bloomberg, che mette in rilievo il pasticcio della Bce; dopo la maxi iniezione di liquidità operata con le operazioni LTRO – finanziamenti a tre anni e a un tasso fisso a favore delle banche europee – gli acquisti sui bond periferici sono stati effettuati solo dai Piigs. Paesi più virtuosi come Francia e Germania hanno continuato infatti a smobilizzare le posizioni detenute in bond italiani, spagnoli, portoghesi. Il risultato? Un bel pasticcio, visto che l’operazione Bce ha reso ancora più intrecciati i destini delle banche italiane – come quelle di altre economie dei paesi periferici – con quelli dei bond del paese.
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Si avvicina intanto il giorno in cui Moody’s si pronuncerà sul downgrade o meno di ben 114 banche che operano in 16 paesi europei. Nel contempo arriva l’allarme del Fmi, che sottolinea come il deleveraging degli istituti europei rischia di creare una vera e propria tempesta finanziaria in Europa, e non solo.

L’impatto dell’asta spagnola e dei rumor sulla Francia si è fatto sentire soprattutto sui titoli bancari, che sono tornati vittime dei sell: Mediobanca cede il 4,44%, Monte Paschi il 3,32%, Ubi Banca il 3,17%, Intesa Sanpaolo il 3,13%. Sell anche su Fiat: =3,70%. In controtendenza Autogrill (+1,96%), Snam Rete Gas (+1,42%), Ansaldo (+0,7%), Parmalat e Impregilo, con rialzi dello 0,17% e 0,13% nell’ordine.

Occhio all’euro che, dopo essere sceso fino a $1,3070, recupera terreno e sale dello 0,17%, a quota $1,3142, crescendo sullo yen dello 0,53% a JPY 107,17. Rapporto dollaro/yen +0,34% a JPY 81,52.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono dello 0,06% a $102,61 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in rialzo dello 0,54% a $1.648,40 l’oncia.