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Vendite anche a Wall Street, Dow Jones ai minimi del 2012

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New York – Chiusura in rosso a Wall Street, il Dow Jones scende dello 0,98%, a quota 12.695 punti, il Nasdaq arretra dell’1,06%, a 2.902, in rosso anche lo S&P 500, che perde l’1,11%, a 1.338. Contrattazioni in territorio negativo per tutta la seduta, influenzate dal trend al ribasso delle borse europee, che hanno segnato forti cali. Gli operatori di tutto il mondo guardano al riacuirsi delle tensioni sui mercati dei titoli di stato, con i tassi italiani e spagnoli che balzano verso l’alto. In particolare, quelli spagnoli si riattestano oltre la soglia del 6%, e superano il 6,2% per la prima volta dal primo dicembre scorso. Insomma: Grecia, euro e banche troppe speculative, i temi di fondo.

Il Dow Jones e’ scivolato al minimo da gennaio, mentre l’indice S&P 500 è sceso sotto quota 1.340, ovvero al livello più basso – considerando quelli di chiusura – dallo scorso 2 febbraio.

Non ci sono in calendario nella giornata di oggi dati economici di rilievo negli Stati Uniti. Di conseguenza, sono le notizie societarie e quelle relative ai debiti sovrani europei a farla da padrona.

L’avversione al rischio è confermata dalla performance al ribasso dell’ euro, che rimane in rosso sia sul dollaro che sullo yen. In particolare, il rapporto euro/dollaro cede lo 0,30% a $1,2844, mentre contro la valuta nipponica la moneta unica cede lo 0,56% a JPY 102,44. Gli acquisti sullo yen, valuta rifugio per eccellenza, mettono sotto pressione anche il rapporto dollaro/yen, che cede lo 0,25% a JPY 79,76.

L’impasse politica in Grecia continua ad affossare il sentiment degli investitori, alla continua ricerca di asset rifugio. I rendimenti dei Treasury a 10 anni pertanto continuano a calare e raggiungono l’1,77%, scivolando al minimo degli ultimi sette mesi, ovvero dal 4 ottobre scorso. “C’è una fuga degli investitori verso il mercato dei Treasury – spiega in una intervista a Bloomberg Ian Lyngen, strategist del mercato dei titoli di stato Usa presso CRT Capital Group a Stamford, in Connecticut – Ciò dipende dall’incapacità della Grecia di formare un governo di coalizione. La saga europea continuerà a condizionare il mercato”. In generale, i Treasury a 10 anni mettono a segno la performance al rialzo per l’ottava settimana consecutiva, l’arco temporale più lungo dalle nove settimane che si sono concluse nell’ottobre del 1998.

“I problemi non sono finiti: i timori sono per la Grecia, ma sono anche per la Spagna, l’Italia e forse la Francia – commenta Jacques Porta, gestore presso Ofi Patrimoine a Parigi – L’intero quadro appare molto pericoloso. Bisogna essere cauti e ciò implica che è meglio non detenere titoli azionari, ma cash”.

Ancora, in una intervista a Marketwatch Peter Boockvar, strategist dell’azionario presso la boutique finanziaria Miller Tabak, afferma: “Il costo per assicurarsi contro il default spagnolo è ora più esoso di quello per proteggersi contro il rischio dell’Ungheria”.

L’indice S&P500 ha chiuso la settimana appena trascorsa sui minimi dal 7 marzo, con gli ultimi sviluppi in Europa che hanno lasciato tanta incertezza sull’evolversi della situazione e sulla possibile uscita della Grecia dall’euro. Il listino Usa si attesta ora a un livello in flessione del 4,6%, rispetto ai massimi del 2012 raggiunti lo scorso 2 aprile.

Sul fronte dei singoli titoli, ancora cali per JPMorgan, dopo il taglio del rating da parte di Fitch (da AA- ad A+), e la nota di S&P che annuncia la possibilità di una decisione simile, per compensare l’impatto sulla società del buco recentemente dichiarato da $2 miliardi. S&P ha già abbassato comunque l’outlook sulla banca a negativo da stabile. Il titolo cede il 2,53% circa. In flessione anche altri finanziari, come American Express -1,27%, Morgan Syanley -3,71%, Citigroup -2,56% e Bank of America -2,12%. In generale, poi, il Financial Select Sector SPDR ETF, l’indice che rappresenta la performance dei titoli finanziari sullo S&P 500, è in flessione dell’1,5%.

Sotto i riflettori Yahoo, dopo che l’ormai ex-Ceo Scott Thompson ha lasciato il posto, a seguito dello scandalo per aver fornito un curriculum con titoli di studio falsati. Il titolo accoglie con favore la notizia e mette a segno un rialzo del 2,70%. Tuttavia gli altri titoli hi-tech non segnano affatto una buona performance: Apple -0,59%, Oracle -0,26%, Hewlett-Packard -0,91%, Google al momento piatta. L’indice rappresentativo dei semiconduttori, il Philadelphia Semiconductor Index, cede lo 0,95%.

Intanto, stando ai dati compilati da Bloomberg e dalla Commissione di trading sui futures, la Commodity Futures Trading Commission, si evince che i money monager hanno assunto posizioni nette corte sullo S&P500, per 19.375 contratti, in calo dell”82%, rispetto ai massimi degli ultimi 4 anni testati a settembre, nonostente si sia registrato un forte balzo rispetto ai 3.584 della settimana precedente.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano dell’1,84% a quota $94,36 al barile, mentre le quotazioni dell’oro scendono dell’1,43% a $1.561,30 l’oncia.