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Valutario: falliti i tentativi di rottura. Concentrarsi sull’analisi tecnica

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*Questo documento e’ stato preparato da FXCM Forex Capital Markets. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

Legnano – Non c’è dubbio che il tema predominanate in questi giorni, non solo sulle prime pagine dei giornali ma anche per quanto concerne i mercati finanziari, sia rappresentato dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e con ogni probabilità l’evento è perfino sovrastimato per l’impatto che potrà avere sul corso più prossimo dei prezzi degli strumenti finanziari: fermo restando che restano pur sempre le elezioni della più importante economia mondiale, è tuttavia piuttosto incerto e controverso capire come la vittoria dell’uno o dell’altro possa incidere, almeno nel breve termine, nel determinare le tendenze che potranno essere intraprese dai cambi valutari piuttosto che dai mercati azionario e delle materie prime e potremmo anche noi inoltrarci in ipotesi e delineare scenari.

Appare più utile però concentrarsi sul nostro strumento principale, che resta il grafico, e ricercare al suo interno punti tecnici e configurazioni. Nella giornata di ieri abbiamo infatti assistito ad una volatilità piuttosto moderata e a dei tentativi di rottura tutti poi sviliti in un sostanziale consolidamento dei prezzi.

E’ il caso dell’Eurodollaro che ha provato a portarsi sotto l’1,28, soprattutto grazie alla spinta ribassista degli operatori di breve che tuttavia non hanno avuto la meglio e hanno contribuito ad addormentare il cambio proprio appena al di sotto; discorso simile per il cable sul quale il tentativo bearish è apparso più significativo ma anche qui insufficiente a violare i supporti più importanti, e su petrolio e oro che non sono riusciti ad oltrepassare in maniera importante rispettivamente gli 85 dollari il barile e i 1675 dollari l’oncia.

Tutto questo si inserisce perfettamente nello scenario dipinto pocanzi e che potrebbe perdurare anche nell’odierna giornata di contrattazioni, nell’ambito di un esito elettorale che non si conoscerà certo oggi (la sostanziale parità pone il possibile problema di lungaggini nella conta dei voti) e di un mercato che potrà vedere forti incrementi di volatilità solo sulle release di dati come la Produzione Industriale Britannica, gli Ordinativi dell’Industria Tedesca e le scorte di petrolio Usa.

Evento assolutamente da evidenziare, questo sì strettamente economico, è stata la conferma da parte della Reserve Bank of Australia del tasso di interesse al 3,25% laddove gli analisti si attendevano il taglio di un quarto di punto; la motivazione sembra essere stata la rilevazione di un dato sull’inflazione superiore alle attese e che quindi avrebbe ulteriormente potuto deteriorarsi a fronte di una politica monetaria ancor più espansiva (fermo restando che quello australiano resta di gran lunga il tasso più alto tra le principali economie). Ciò ha portato il cambio aud/usd ad un sostanziale salto di 50 pips in grado di violare l’importante resistenza posta a 1,0415 verso un possibile e prossimo livello di 1,0475 ma tra poco faremo un’analisi più approfondita.

EurUsd

Come scritto in apertura, si è visto nella giornata di ieri un tentativo di violazione al ribasso della soglia di 1,28, tentativo che tuttavia non ha portato il cambio oltre il minimo di 1,2765. Resta ancora questa la chiave di lettura valida per la giornata di oggi: il cambio è infatti da ieri pomeriggio intrappolato all’interno di una zona congestiva di 20 pips e un incremento volatilità potrebbe portare al superamento degli ultimi minimi verso approdi successivi a 1,2750 e 1,2685. Ottimi i rtiracciamenti sulla media a 21 periodi del grafico orario, indicatore che potrebbe essere cruciale per capire, ad una sua perforazione al rialzo, se invece lo scenario potrebbe tornare rialzista. In questo caso avremmo una valida conferma al superamento di 1,2815.

UsdJpy

Raggiunto e superato anche sul UsdJpy il target posto in area 80.60, il cambio ha ritracciato e si è portato nuovamente sulla soglia di 80. Qesta notte peraltro il ribasso è stato approfondito, insistento proprio sulla soglia psicologica nonché supporto statico. Eqidistanti e molto chiari qui i supporti successivi, posti rispettivamente a 79,65 e 79,30. Vale anche qui la pena sottolineare come la media a 21 periodi sul grafico orario, dapprima ottimo supporto dinamico, vesta ora i panni della resistenza, ottima da lavorare in short per i pullback del prezzo alla violazione dei punti statici. Possibile infatti un ritracciamento di 20 pips sulla stessa, alla formazione di una potenziale divergenza rialzista sul grafico orario.

EurJpy

La maggior forza relativa di yen (forte ieri) contro euro (debole) e questo lo si evince dai cambi cosiddetti originari, ha contribuito a far scendere le quotazioni sotto il supporto statico posto a 102,50 e a violare la bullish trendline che insisteva sul cambio dai minimi di metà luglio. Laddove dovesse perdurare la situazione di fragilità dell’euro è verosimile che si vada a delineare un pullback proprio sul punto suddetto (nonché sulla “solita” media a 21 periodi sul grafico orario) e una ripartenza del movimento al ribasso fino al più prossimo supporto di 102,20.

GbpUsd

I movimenti più interessanti della giornata di ieri si sono avuti proprio sul cable, che ha realizzato perfettamente una flag ribassista con rottura della soglia psicologica di 1,60 fino ai minimi attorno a 1,5960. Quello che sembra configurarsi è uno scenario del tutto analogo in cui, ed è ben visibile su un grafico orario, si mettono a segno minimi decrescenti con candele piuttosto ridotte e che ci potrebbe far nuovamente assistere ad una rottura in basso con target teorico posto proprio sull’importantissimo supporto statico a 1,5910. Operazioni al rialzo si porrebbero in essere solo su un ritorno sopra 1,6015.

AudUsd

Come detto in introduzione, vi è stato un deciso movimento al rialzo dell’aussie sull’annuncio del mantenimento del tasso di interesse al 3,25% da parte della Reserve Bank of Australia. Questo ha portato alla violazione della significativa resistenza statica a 1,0410. La volatilità legata alla spinta rialzista potrebbe portarci a guardare con buona probabilità al più prossimo livello di 1,0475, mentre solo un ritorno al di sotto di 1,04 farebbe rientrare il cambio all’interno della “vecchia” fase congestiva all’interno della quale passano i più importanti punti di supporto e le medie mobili di breve e di lungo su grafico orario e 4 ore.

XauUsd

Il tema introdotto nella prima parte del Morning Adviser ha riguardato anche il metallo giallo che ha tentato di portarsi sotto l’importante livello di 1675, senza tuttavia riuscirci e questo a causa del quadro tecnico generalizzato sul mercato. Il prezzo al quale stiamo scrivendo e cioè 1685 rappresenta un punto decisivo per capire se le quotazioni potranno partire al ribasso, nell’ottica di quella che potrebbe essere una sfumata flag al ribasso buona per shortare il metallo giallo sul breakout dei minimi oppure una ripartenza verso 1700 e poi 1715 dollari l’oncia. Sembra questa seconda, ad ora, l’ipotesi più verosimile.

USOil

Discorso molto simile a quanto appena detto sull’oro, quello che riguarda il greggio. Anche qui infatti il mercato ha provato a rompere sotto 85 ma la spinta non è stata sufficiente se non a mettere a segno qualche minimo al di sotto di questa soglia. Ottima in questo caso la ripresa delle quotazioni che incontra una zona di resistenza sulle medie a 100 e 200 periodi sul grafico orario e a 21 su quello a 4 ore. Parleremmo di rialzo solo al superamento di 86 dollari al barile e soprattutto all’uscita della fase congestiva sopra 87,50.

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