(Teleborsa) – Prezzi più rigidi rispetto alla concorrenza e la stagione 2010 degli agriturismi, dopo alcuni anni di vero e proprio “boom”, si annuncia più magra delle attese. Lo si legge in una nota di Unioncamere. Nel primo semestre dell’anno le vendite del comparto agrituristico si sono mantenute in linea con quelle dell’anno passato ma, complice una minore capacità di limare i prezzi rispetto all’offerta alberghiera, l’obiettivo di riguadagnare le posizioni precedenti alla crisi appare ancora lontano. Se, infatti, dallo scorso anno gli alberghi hanno ridotto mediamente il prezzo della camera doppia dell’8,8% non altrettanto sono riusciti a fare gli agriturismi dove, sempre in media, la riduzione si è fermata al 4,6%. In conseguenza di questa differenza nell’utilizzo delle politiche di pricing, quest’anno la vacanza in agriturismo, almeno guardando al prezzo, non può più considerarsi un’alternativa più conveniente rispetto all’albergo. La conferma viene guardando al portafoglio: nel 2009 il prezzo medio di un agriturismo in Italia risultava, infatti, pari a 64 euro, superiore del 10,3% a quella media di un hotel a 1-2 stelle (pari a 58 euro) e inferiore di soli 12 euro alla media generale di tutte le categorie di alberghi. Eppure, i dati sulle abitudini di consumo dei turisti confermano le grandi possibilità di sviluppo di questo tipo di vacanza. Il 17,8% di quanti trascorrono un periodo di villeggiatura in Italia degusta i prodotti locali, il 13,3% partecipa agli eventi enogastronomici e alle sagre, il 12,5% percorre le strade del vino e l’11,9 quelle dell’artigianato tipico, mentre un importante 11,3% di chi visita le nostre località, acquista anche prodotti artigianali e gastronomici da riportare a casa. “Occorre rafforzare il legame con il territorio e con le sue produzioni, con l’offerta di servizi che negli agriturismi devono raccontare l’identità del luogo” ha detto Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, a commento dei dati. “Solo attraverso la qualificazione dell’intera filiera del turismo e la valorizzazione delle eccellenze del Made in Italy le imprese ricettive turistiche, e agrituristiche in particolare, possono consolidare il loro posizionamento e attrarre nuovi target di clientela, differenziandosi rispetto alle loro diverse vocazioni. I turisti che vengono in Italia – ha aggiunto il Presidente di Unioncamere – cercano l’originalità dei prodotti e l’identità del territorio. E’ su queste premesse che gli agriturismi hanno costruito il loro successo. Per consolidarlo, alla qualità va ora aggiunta la ricerca di una gestione più efficiente e competitiva da parte degli operatori, mentre le istituzioni possono dare un contributo importante attraverso iniziative più coordinate e visibili sul territorio”. Il primo semestre del 2010 per il comparto degli agriturismi si è chiuso con un andamento diversificato tra Nord e Centro-Sud Italia: al Nord Ovest, dopo un primo trimestre in discesa, si recupera in aprile (+3%) e si prosegue stabili rispetto al 2009 (maggiore, invece, il recupero al Nord Est che vede in calo solo febbraio (-0,2%)); al Centro e al Sud e Isole, per contro, dopo un primo trimestre positivo calano le performance di vendita in primavera. Per l’estate, le prenotazioni registrate a inizio luglio indicavano un ritardo (-4%) mentre per agosto (+0,4%) e settembre (+1%) un andamento di stabilità sullo scorso anno. A determinare negativamente questi andamenti, le strutture agrituristiche del Nord Est che riscontrano un calo di prenotazioni su tutta l’estate, mentre si recupera nel Sud e Isole (+4,9% luglio, +5,5% agosto, +5,1% settembre).
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