Batterie difettose, rinvii del lancio della nuova Playstation, revisioni al ribasso sulle previsioni di utile, e adesso, a complicare ulteriormente la situazione di Sony, ci si mette pure un’inchiesta del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti. Oggi il colosso giapponese di elettronica e intrattenimento ha riferito che le autorità americane intendono investigare sulle sue attività nella produzione di chip di memoria Sram. Il gruppo promette “piena collaborazione – si legge su una nota – in quella che appare un’inchiesta ad ampio raggio sull’intero settore”, e non solo Sony. Ma si tratta di un nuovo episodio potenzialmente negativo, tra i vari che negli ultimi mesi si sono abbattuti su uno dei marchi più prestigiosi dell’industria di punta del Sol Levante. A cominciare dai difetti alle batterie per notebook che Sony ha fornito a diverse case di computer, che hanno provocato un richiamo in fabbrica di quasi 10 milioni di pezzi. Altro problema di primo piano è quello del lancio della nuova Playstation – la terza versione della consolle per videogiochi più venduta al mondo – che ha subito diversi ritardi e sarà in vendita in tempo per Natale solo in Giappone e negli Usa, ma con un numero di pezzi limitato, mentre in Europa non giungerà prima di marzo. Intanto, il numero uno di Sony, Howard Stringer, si è giustificando spiegando che questo genere di problemi sono normali quando un gruppo produce prodotti “di punta” e con elevatissimi contenuti tecnologici. Ieri a Tokyo le azioni Sony hanno chiuso in calo dello 0,2 per cento, a 4.850 yen, dallo scorso maggio hanno accumulato una flessione del 15 per cento.
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