Il Prodotto Interno Lordo Usa – un dato che rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti e venduti nel Paese – nel terzo trimestre del 2010 ha registrato un’espansione pari a +2.5% (tasso annualizzato). Le aziende stanno aumentando le consegne di prodotti all’estero e gli americani hanno ripreso a consumare con una certa consistenza.
Lo ha comunicato il Dipartimento del Commercio Usa. Si tratta della lettura rivista, la seconda di tre. Le stime erano per un risultato pari a +2.4%.
Il risultato e’ superiore a quello dei tre mesi precedenti di 1.7%, ma di un punto inferiore rispetto alla crescita registata dall’economia degli Stati Uniti nei primi tre mesi dell’anno, pari a +3.7%.
Il deflatore del Pil – strumento che consente di “depurare” la crescita dell’economia dall’incremento dei prezzi – e’ stato pari a +2.3%, in linea con le previsioni e anche con la lettura precedente, la prima.
Lo scorso trimestre i profitti aziendali sono aumentati a un ritmo piu’ lento e un incremento dei salari nei tre mesi precedenti e’ stato pari a quasi il doppio rispetto a quanto riportato in un primo momento.
Se da un lato le societa’ stanno assumendo, il tasso di disoccupazione rimane su livelli record di 9.6%. Insieme al raffredamento dell’inflazione, con societa’ di vendite al dettaglio e catene di grandi magazzini come Wal-Mart che riducono i prezzi, danno enfasi alla decisione della Fed di iniettare altro denaro nell’economia.
“Continueremo a vedere una crescita moderata, ma non veramente sostanziosa tale da spingere al ribasso la disoccupazione”, commenta raggiunto da Bloomberg Scott Brown, chief economist di Raymond James & Associates. “Ci sono ancora un numero di problemi che restano da risolvere”.
Analizzando i dati nel dettaglio, si notano forti guadagni nelle esportazioni, nelle spese al consumo e negli investimenti aziendali in nuove apparecchiature, tutte cifre risultate piu’ altre della stima precedente.