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Usa: pil rivisto a +0,1% nel quarto trimestre

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NEW YORK (WSI)- Il dato è stato peggiore delle previsioni, ma non negativo come inizialmente reso noto. Nel quarto trimestre del 2012, l’economia americana è cresciuta a un ritmo +0,1%, dunque ha fatto lievemente meglio del -0,1% riportato dai numeri preliminari.

Gli economisti intervistati da Bloomberg avevano però atteso una performance migliore, pari a una crescita +0,5%. A pesare sul prodotto interno lordo Usa sono state alcune componenti, come le spese federali militari, che sono crollate su base annua -22%, segnando il calo più forte dal 1972. A compensare il crollo, è stato il deficit federale, che si è attestato al minimo in quasi tre anni.

Evidente comunque il rallentamento della crescita, che indica quanto dichiarato ieri anche dal presidente della Fed Ben Bernanke, ovvero che la Federal Reserve continuerĂ  a mantenere in vigore le operazioni di acquisto degli asset, al fine di continuare a iniettare liquiditĂ  al sistema, sostenendo la crescita.

Tuttavia, proprio domani scattano i tagli automatici alle spese del governo – il cosiddetto sequestrer – che potrebbero avere gravi ripercussioni sulla congiuntura Usa.

Nel terzo trimestre del 2012, il pil era salito +3,1%, e per tutto il 2012 l’espansione americana è stata pari a +2,2%, dopo +1,8% del 2011.

Dal rapporto si evince appunto il forte calo del deficit commerciale, che è scivolato a $387,9 miliardi, al valore minimo dal primo trimestre del 2010, dai $395,2 miliardi del trimestre precedente.

Tuttavia le scorte hanno riportato un guadagno inferiore rispetto a quello inizialmente reso noto, salendo a un ritmo annuo di $12 miliardi, contro i $20 miliardi inizialmente comunicati.

La spesa per consumi, che ha l’incidenza maggiore sull’economia, è avanzata a un tasso annuo +2,1%, praticamente invariata rispetto a +2,2% dell’ultima stima e contro +2,3% atteso dal consensus.

Bene la componente della spesa per costruzioni, aumentata del 17,5% e rivista al rialzo dal +15,3% inizialmente reso noto. Le spese del governo sono scese state riviste invece al ribasso a -6,9% dal -6,6% iniziale.

L’inflazione misurata dall’indice PCE è cresciutra di appena +1,5% e +0,9% escludendo le componenti dei beni alimentari ed energetici.

(in fase di scrittura)