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Usa: Goldman Sachs, 4 italiani tra i partner

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La notizia non può che far piacere ai 115 nuovi superbanchieri, tra i quali gli italiani Valentino Carlotti, Giorgio De Santis, Luca Ferrari e Silverio Foresi, che potranno fregiarsi dal prossimo 25 novembre del titolo di partner di Goldman Sachs, entrando in uno dei club più esclusivi e redditizi dell’alta finanza Usa: i titoli della maison d’affari toccano a Wall Street il nuovo record storico di 193,6 dollari due giorni fa, con una rivalutazione di oltre il 50 per cento rispetto alle quotazioni di inizio anno. La nuova lista, rinnovata ogni due anni, si completa con la designazione dei 262 nuovi managing director, con efficacia dal prossimo mese in concomitanza con l’avvio dell’anno fiscale 2007 della banca d’affari, che promette di macinare nuovi record sulla scia di utili netti in rialzo del 60 per cento, a 6,39 miliardi, al termine dei primi nove mesi dell’esercizio in corso. Per tutti c’è la ricca fetta di bonus e compensi: lo scorso anno i partner, gli unici che per 130 anni fino alla quotazione del 1999 potevano controllare la maison, si sono spartiti più di 2 miliardi di dollari complessivi (con un massimo individuale di 40 milioni), pari a un quinto di tutti i compensi liquidati da Goldman Sachs ai suoi 25mila dipendenti globali. La banca d’affari si è inoltre laureata come la compagnia più generosa nella storia della finanza Usa lo scorso anno, con un assegno, come è stato certificato dall’amministrazione fiscale dello Stato di New York, di oltre 11 miliardi di dollari. Ai managing director, invece, spetta una fetta che varia da uno a 10 milioni di dollari annui, in base a posizioni e responsabilità. Lo status più ambito, naturalmente, è quello di partner, perché i privilegi non si fermano alle retribuzioni d’oro, ma vanno oltre, visto che gli eletti possono investire con l’azienda in operazioni redditizie, oltre ad avere il diritto di acquistare i titoli Goldman Sachs scontati del 25 per cento. Anche tra i partner c’è un trattamento che varia e che non sempre tiene conto della posizione gerarchica. Mark McGoldrick, ad esempio, gestore dei fondi della banca, ha ricevuto nel 2005 l’assegno di 40 milioni, oltre i 30,8 milioni dati a Lloyd Blankfein, attuale numero uno di Goldman Sachs, dopo che Henry Paulson ha lasciato per diventare il terzo segretario al Tesoro del doppio mandato presidenziale di George W. Bush.