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Usa, alert default. Venderanno riserve strategiche petrolio

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ROMA (WSI) – Raggiunto in extremis un accordo preliminare tra i membri del Congresso degli Stati Uniti e la Casa Bianca per evitare il baratro, ossia il default del debito americano. L’accordo deve essere tuttavia ancora approvato sia dalla Camera dei Rappresentanti che dal Senato.

Nei giorni scorsi a mettere in guardia dalla “devastazione finanziaria” in arrivo, in caso di mancato innalzamento del tetto sul debito da parte del Congresso, è stato il segretario al Tesoro Jack Lew: “La piena fiducia e il credito degli Stati Uniti sono in gioco. Aspettando fino all’ultimo minuto per agire sul limite del debito, il Congresso potrebbe provocare un terribile incidente”.

L’accordo, secondo quanto riferiscono i media a stelle e strisce, prevede nel budget l’aumento delle spese interne degli USA per il prossimo biennio con la facoltà di aumentare il tetto al debito fissato al momento a 18.100 miliardi di dollari, al nuovo limite di $19.600 miliardi, fino al marzo 2017. Si parla di un accordo di budget della durata di due anni, a cui i leader della Camera e del Senato starebbero lavorando; secondo fonti del Congresso, con l’intesa le spese per la difesa e domestiche aumenterebbero di decine di miliardi di dollari.

Nella notte è arrivata la notizia, secondo cui Washington sarà costretta addirittura a vendere le riserve strategiche di petrolio, al fine di rispettare i limiti di budget ed evitare il default (la scadenza del tetto del debito attuale è pericolosamente vicina, il 3 novembre).

Dovrebbero essere infatti proprio i proventi delle vendite di riserve di greggio a finanziare le nuove spese, di un valore di $80 miliardi in due anni secondo quanto reso noto dalla CNN. Il repubblicano Justin Amash, dello stato del Michigan, ha affermato: “E’ emblematico di cinque anni di una leadership fallita”.
(ACA)