Economia

Unicredit: per Orcel senza unione bancaria, Europa perde la sfida con gli Usa

Senza un’integrazione finanziaria, l’Europa continuerà a uscirne perdente nel confronto con gli Stati Uniti. Così Andrea Orcel, a.d. di Unicredit, che durante un evento in digitale organizzato da Sole 24Ore, Ft e SkyTg24, ha ribadito che  “la creazione di un’unione bancaria europea” sarebbe “un passo trasformativo” per l’intera l’economia del Vecchio Continente, che “consentirebbe di rafforzare la crescita, la creazione di posti di lavoro, l’innovazione e, in ultima analisi, il valore e la ricchezza in tutta l’Europa”.

Banche europee: nessuna tra le big 10

La parole di Orcel arrivano mentre Unicredit –  a fronte di non pochi ostacoli-  ha acquisito una partecipazione nella rivale tedesca Commerzbank ed al momento possiede una quota potenziale del 21%.

Va ricordato che fra le prime 10 banche mondiali per capitalizzazione, dove dominano le americane e le cinesi, non ne figura nessuna dell’area euro. Come ricorda Gabriel Debach, market analyst di eToro,:”La mancanza di grandi player europei capaci di sfidare le potenze statunitensi è evidente. Se JPMorgan Chase, la prima banca americana per capitalizzazione, vale circa 600 miliardi di dollari, la principale banca del mercato unico europeo (escludendo il Regno Unito) è la francese BNP Paribas, che si colloca solo al 22º posto a livello globale con un valore di circa 81,7 miliardi di dollari”.

Un discorso che vale anche parlando, più in generale di economia. A questo proposito, Orcel ricorda che  se nel 2008 l’Eurozona e gli Stati Uniti mostravano un Pil equivalente ai prezzi correnti. La situazione in questi ultimi sei anni è cambiata. Ora – ha detto – il pil dell’Eurozona supera di poco i 15 trilioni di dollari, mentre quello degli degli Stati Uniti è aumentato fino 27 trilioni di dollari. Un gap dell’80%, nonostante la popolazione dell’Ue nel 2023 sia di 450 milioni rispetto ai 340 milioni degli Stati Uniti.

Mercato dei capitali

Durante il suo intervento, l’a.d. del gruppo bancario italiano, ha messo in evidenza che l’unione bancaria da sola non basta. Senza mai citare Commerz, Orcel ha spiegato che c’è “bisogno anche di un‘unione dei mercati dei capitali“. Questo perché “insieme, queste unioni creerebbero le condizioni necessarie per un settore finanziario europeo fiorente, pienamente in grado di sostenere le ambizioni macro dell’Unione europea e le ambizioni micro di ciascuna delle sue imprese e famiglie”.

 “Se le banche europee potessero operare a livello transfrontaliero in maniera più agevole andando ad incanalare capitali dove sono necessari assisteremmo ad una esplosione della crescita del settore privato e una nuova ondata di investimenti”.

Nel frattempo, la neo ceo di Commerzbank Bettina Orlopp non pare aver cambiato idea. Parlando per la prima volta ai dipendenti, la nuova timoniera della banca tedesca ha ribadito che la sua priorità resta mantenere l’indipendenza dell’istituto. Un atteggiamento che ha alimentato forti critiche in Europa.

Politici europei criticano ipocrisia tedesca

Secondo quanto riporta il quotidiano inglese Financial Times, diversi politici ed economisti hanno criticato aspramente “l’ipocrisia del governo tedesco” sostenendo che il suo approccio protezionistico è contrario ai principi fondamentali dell’Ue.

Tra questi spicca il Governatore della Banca di Grecia, Yannis Stournaras, che ha così commentato la vicenda Unicredit-Commerzbank:

“Il consolidamento transfrontaliero delle banche non dovrebbe essere visto come una questione politica. È una questione tecnica”, ha dichiarato Stournaras al Financial Times. “Non dovrebbe essere importante se si tratta di una banca tedesca o italiana. L’importante è che sia una banca europea forte”.

Secondo Stournaras, il settore bancario europeo è indebolito dal fatto di essere “frammentato” lungo i confini nazionali, mentre la performance superiore delle banche statunitensi è dovuta principalmente alle loro maggiori dimensioni e alla stretta integrazione del mercato nazionale.

“Abbiamo bisogno di campioni bancari europei che possano competere con i concorrenti americani, e abbiamo bisogno di un consolidamento transfrontaliero per ottenere banche più forti”, ha detto, aggiungendo che la recente acquisizione da parte di UniCredit di una quota del 9% della greca Alpha Bank è stata ‘accolta con favore da tutti gli ambienti’ in Grecia.

Un ex commissario dell’UE, che ha parlato con il Financial Times a condizione di anonimato, ha affermato che c’è una “certa contraddizione tra il sostegno del governo tedesco alla creazione di campioni europei come Airbus e la sua attuale posizione riguardo alla situazione di UniCredit/Commerzbank”. La stessa fonte ha affermato che è “difficile argomentare” contro un’unione tra le due banche “se il governo tedesco è seriamente a favore dell’integrazione europea e dell’unione bancaria”.