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Un anno dal picco del Bitcoin: ecco chi fiutò il grande short

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“Avevamo una bolla ed è scoppiata, è stata una correzione mostruosa”: parola del cosiddetto Re del Bitcoin, Michael Novogratz. Sì, l’ex di Fortress Investment che poco più di un anno fa aveva meditato di creare un hedge fund basato sulle criptovalute, sostenendo che entro il 2018 il Bitcoin avrebbe potuto raggiungere “facilmente” quota 40mila dollari. Dopo aver sfiorato i 20mila dollari non molto tempo dopo, il 2018 è stato soprattutto l’anno del ridimensionamento: attualmente il Bitcoin naviga a quota 3,782.99. In realtà Novogratz ha cambiato spesso la propria visione sulle criptovalute, in termini di stime. L’ultima volta in cui si era sbilanciato, è stato lo scorso settembre quando il Bitcoin era intorno ai 6.400 dollari. Secondo Novogratz la correzione aveva toccato “il bottom”, il fondo.
A colloquio con Bloomberg Tv, in occasione dell’anniversario del picco toccato dal Bitcoin, Novogratz ha però ribadito che, nonostante la “correzione mostruosa” le criptovalute abbiano ancora un futuro innanzi a sé, ad esempio, come riserva digitale di valore.

 


Nel frattempo, il senno di poi ha rivelato fra i vincitori delle scommesse sul Bitcoin un altro trader, Mark Dow. Ex economista del Fondo monetario internazionale, Dow decise di shortare il Bitcoin nel momento di massima euforia. Oggi, ha fatto sapere, ha chiuso la sua scommessa portando a casa tutti i benefici del caso; il declino del Bitcoin è stato circa dell’80%. “Per me basta così. Non voglio cavalcare questa discesa fino allo zero, non voglio provare a spremere di più il limone. Non voglio preoccuparmene più; mi è sembrato il momento giusto”.
Interrogato sulle ragioni dell’ascesa e caduta delle criptovalute Dow, ha raccontato a Bloomberg che “le persone acquistano questi asset perché credono nella narrativa e guardano i prezzi di tali attività per vedere se la narrazione si indebolisce o cambia”. Si interpretano segnali, ma “non è detto che tu lo stia facendo bene”.