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Uk: Obbligazioni societarie europee,Cresce rischio

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di Enrico Verzura

Il rischio di detenere corporate bond (obbligazioni societarie) europei è salito, sul timore che i fondi del settore creditizio non riescano a rifinanziare il proprio debito e siano costretti a dismettere dei cespiti per fare cassa. E’ quanto indica l’andamento dei credit-default swap, come sottolinea Bloomberg News. Cheyne Capital Management Ltd., un hedge fund londinese, potrebbe infatti trovarsi a dover vendere asset per 6 miliardi di dollari, posti a garanzia di un programma di obbligazioni a breve, o commercial paper, dopo che la stretta creditizia ha ridotto il valore di tali titoli, ha indicato Standard & Poor’s. E Cheyne è solo l’ultimo fondo in ordine di tempo alle prese con il congelamento dei finanziamenti, dopo che le perdite registrate nel mercato dei mutui statunitensi di secondo livello (subprime, concessi cioè alle categorie meno abbienti) si sono riverberate sugli altri mercati. “La minaccia per la stabilità dei mercati finanziari che scaturisce da questi strumenti è enorme”, ha detto Philip Gisdakis, analista presso il gruppo italiano Unicredit a Monaco. “Potrebbero essere costretti a chiudere delle transazioni, inondando il mercato del credito strutturato con una massa enorme di (commercial) paper, in una fase di sciopero quasi completo da parte degli acquirenti”. I contratti sull’indice iTraxx Europe legati ai corporate bond di 125 aziende europee, di riferimento per valutare il costo di tutelarsi dal rischio di insolvenza delle aziende, sono aumentati di 1,75 punti base, scendendo a 47,75 punti base, secondo i prezzi forniti da Deutsche Bank. Un aumento dell’indice indica un peggioramento della qualità percepita del credito, nel senso che costa di più assicurarsi contro un’eventuale insolvenza dell’azienda sul proprio debito. Ogni punto base di un credit-default swap a tutela di un debito di 10 milioni di dollari equivale a mille dollari l’anno. Strumenti per gli investimenti strutturati come il fondo Cheyne Finance acquistano titoli a lungo termine emettendo debito a breve termine sul mercato delle commercial paper. I profitti solitamente generati con questa strategia sono attualmente decurtati o annullati, visto l’aumento dei rendimenti ai massimi in cinque anni, in una fase in cui gli investitori sono riluttanti ad acquistare commercial paper. Ci sono circa 385 miliardi di dollari di investimenti strutturati in circolazione e il 23 per cento di tali investimenti è composto da titoli legati agli immobili o obbligazioni garantite da collaterale, che spesso inglobano mutui, secondo un rapporto datato 9 agosto 2007 di Bear Stearns Cos.