Economia

UK: Basilea III insufficiente, serve nuovo giro di vite

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New York – I passi intrapresi con le norme di Basilea III per impedire un collasso del sistema finanziario sono buoni, ma insufficienti, secondo la commissione indipendente britannica sulle attivita’ bancarie (ICB). E le banche dovrebbero proteggere i risparmi dei consumatori, evitando che vengano utilizzati nelle loro operazioni di investimento ad altro rischio. Cio’ impedirebbe che si verifichino scenari in cui piani di salvataggio di colossi della finanza vengono finanziati con i soldi dei clienti.

Ai membri del comitato era stato chiesto di “prendere in considerazione riforme strutturali e non, necessarie per promuovere la stabilita’ finanziaria nel settore bancario nazionale e internazionale, in modo tale da offrire consigli al governo entro la fine di settembre 2011”.

Per prima cosa, se i requisiti di capitale potessero essere aumentati a livello internazionale, la migliore cosa da fare sarebbe imporre un’innalzamento dei livelli di equity. Cio’ darebbe fiducia ai mercati, che non credono che le banche siano in grado di assorbire eventuali perdite in un contesto di crisi come quello attuale.

C’e’ bisogno di un livello di almeno il 3% sopra i requisiti di Basilea per le banche importanti per l’intero sistema. Sono tanti gli istituti europei esposti alla Grecia e ai paesi piu’ indebitati dell’area euro. Secondo alcuni pareri autorevoli, Unicredit potrebbe avere bisogno di un aumento di capitale da 9-11 miliardi tra novembre e dicembre.

Ma a tremare sono sopratutto i gruppi francesi: l’ipotesi che circola da sabato notte e’ che in questa settimana possa arrivare un declassamento del debito sovrano transalpino, che perderebbe la tripla A. Colpa anche della forte esposizione che gli istituti di credito nazionali hanno nei confronti dei Piigs (Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia e Spagna).

Il comitato, si legge nel report, e’ a favore di iniziative volte a migliorare l’efficacia delle banche piu’ in generale, tra cui lo sviluppo di piani di ripresa che limitino l’esposizione tra le banche.

John Vickers, presidente del Comitato indipendente, ha inoltre chiesto una divisione delle attivita’ retail e di quelle di investimento, sposando di fatto la nota Volcker rule.

Tuttavia la Commissione si rende conto che un’imposizione unilaterale dei requisiti e misure, differenti per il Regno Unito dal resto d’Europa, provocherebbe effetti indesiderati e destabilizzanti a livello di arbitraggio e regolamentazione del sistema, pertanto chiede (nemmeno poi tanto tra le righe) che tali riforme vengano messe in atto anche in altri paesi.

In secondo luogo un limite leverage di 33 e’ troppo basso per le banche “too big too fail”, dal momento che sarebbe sufficiente una perdita del 3% di alcuni precisi asset degli istituti per spazzare via il loro capitale.

Terzo, si legge sempre nel report, in contrasto con Basilea, il focus della Commissione sono le banche con un’importanza sistemica maggiore, cosi’ come su scala internazionale.

Infine, l’assorbimento del debito rimane un problema irrisolto nel dibattito internazionale. Come rendere le banche a prova di perdite legate al debito resta una delle chiavi per arginare un contagio senza ritorno dell’epidemia del debito sovrano che si e’ diffusa in Europa.

Cosi’ come stanno le cose, l’Ocse stima che l’implementazione delle norme di Basilea III provochera’ una riduzione del Pil annuale britannico dello 0,05%-0,015%. Una cifra destinata a salire in caso di un ulteriore giro di vite. Ma per il governo, il report di Vickers e colleghi e’ positivo in particolare se si fa riferimento alla proposta di una separazione delle attivita’ commerciali e di investimento. Le proposte rappresentano un “passo importante verso un nuovo sistema bancario”, ha fatto sapere l’esecutivo guidato da David Cameron, esprimendosi per voce di George Osborne, il Cancelliere dello Scacchiere, ovvero il ministro delle Finanze.

E intanto oggi sui mercati i titoli delle banche europee sono letteralmente presi d’assalto dai ribassisti. MPS e’ stata sospesa in avvio, le banche francesi hanno accusato cali di fino al 10% e i gruppi tedeschi, austriaci e belgi non se la passano molto meglio. Cos’altro c’era da aspettarsi con un default della Grecia alle porte?