Economia

Ue: pronte sanzioni alla Germania su avanzo commerciale

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NEW YORK (WSI) – La Commissione Europea ha avvertito la Germania che rischia di incorrere in sanzioni disciplinari se continuerà ad avere un saldo commerciale in attivo superiore a quello consentito dalle norme Ue, alle spese dei partner del continente.

I tedeschi sono sotto il fuoco da più fronti: nei giorni scorsi gli Stati Uniti e il Fondo Monetario Internazionale hanno criticato Berlino per non aver fatto abbastanza per aiutare i Paesi del Sud d’Europa in difficoltà.

“Ne discuteremo la prossima settimana”, ha detto in riferimento alle eventuali sanzioni il Commissario Olli Rehn dopo aver presentato il rapporto di autunno sulle previsioni per economia e lavoro nell’area euro.

Nel testo si legge che la bilancia dei pagamenti tedesca rimarrà per ancora qualche anno di molto sopra i livelli considerati tollerabili. Il surplus si stringerà dal 7% del Pil di quest’anno al 6,6% nel 2014, per poi scendere ancora al 6,4%, restando però sempre oltre la soglia europea.

Sono livelli che potrebbero portare a sanzioni disciplinari. Per questo basterebbe un voto favorevole della maggioranza qualificata del blocco a 27.

In un summit a giugno i leader Ue hanno fatto sapere a Berlino che il suo compito è quello di alimentare la domanda e “creare condizioni” stabili per un rialzo dei salari in Germania. Ciò contribuirebbe a riportare equilibrio nel sistema dell’area monetaria e togliere un po’ di pressione dalle spalle dei Paesi della periferia.

Nello stesso rapporto, la crescita in Italia è vista ritornare l’anno prossimo. L’incremento del Pil dello 0,7% nel 2014 si basa sulle speranze di un ritorno degli investimenti – dal -5,2% al +2,7%. Le previsioni sono descritte dagli analisti citati dal Telegraph come “Panglossiane” (ovvero ingenue), vista la stretta del credito ancora molto forte per le piccole aziende.
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Come ha ricordato ieri al Financial Times il Ministro italiano dell’Economia Fabrizio Saccomanni, parte della colpa per la crescita insufficiente dei Paesi cicala è da attribuire alla forza dell’euro.

L’ex numero uno di Bankitalia ha sottolineato che una moneta unica con un valore così alto «fa male», lanciando un appello alla Bce per aiutare le Pmi in difficoltà.