Economia

Ue: piano migranti rischia di scatenare un finimondo

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All’indomani della decisione dei ministri UE di ridistribuire 120 mila migranti in tutta Europa, in Ungheria passa una legge ad hoc scioccante.

Il piano che introduce delle quote di accoglienza dei migranti per venire incontro ai paesi piu’ esposti per ragioni geografiche come l’Italia potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso e porta con sè persino il rischio di far scoppiare una guerra.

L’ultima sofferta decisione dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea di trasferire 120mila rifugiati dall’Italia, Grecia e Ungheria ad altri paesi dell’Unione nei prossimi due anni non è piaciuta alla Croazia e ai paesi dell’ex blocco sovietico. Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno votato contro la proposta della Commissione, che per entrare in vigore dovrà essere ratificata il 23 settembre dai leader dell’Ue.

I numeri non dovrebbero essere definitivi visto che secondo l’ONU in Europa negli ultimi tempi sono arrivati circa 480mila migranti via mare, ad una media di 6mila al giorno. Ma secondo il capo della Commissione UE Jean-Claude Juncker è patetico litigare per 120 mila persone. “Siamo ridicoli” ha detto il leader esecutivo dell’Europa unita.

A maggior ragione se si pensa che la parte piu’ consistente del flusso migratorio proviene dalla Siria, paese devastato dalla guerra. In realtà, stando ai dati di Daily Mail, è emerso che solo uno su cinque migranti giunti sinora in Europa è siriano.

I numeri continueranno a crescere e se le autorità europeo non trovano un accordo pacifico quando si tratta di accogliere 120 mila persone, chissà cosa accadrà in situazioni di maggiore emergenza.

Le ultime divisioni mettono in luce i rischi di aumento delle tensioni tra i paesi membri dell’Unione. In Ungheria, dove regna la destra, è passata una legge che permetterà all’esercito di utilizzare granate stordenti, proiettili di gomma e gas lacrimogeni sui migranti.

La proposta della Germania di costringere gli altri Stati membri ad accettare quote fisse di richiedenti asilo non è piaciuta nei giorni scorsi ad alcuni paesi. La Slovacchia ha detto che una simile misura avrebbero portato alla “fine della Ue”.

Dopo l’aggravarsi della crisi dei migranti e le sospensioni temporanee del trattato di Shenghen da parte di alcuni paesi, come per esempio ha deciso quest’estate la Francia quando ha bloccato l’accesso alla frontiera tra Mentone e Ventimiglia, anche una delle poche grandi conquiste dell’Europa unita, il sistema di libera circolazione, rischia di saltare.

(Aca-DaC)