(Teleborsa) – In data odierna la Commissione europea ha esaminato i programmi di stabilità e di convergenza1 di Belgio, Bulgaria, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Austria, Slovacchia, Svezia, Finlandia e Regno Unito. Le valutazioni, spiega una nota, devono essere effettuate alla luce della grave crisi economia e finanziaria che ha avuto pesanti ripercussioni sulle finanze pubbliche. A seguito del funzionamento degli stabilizzatori automatici e dell’introduzione di misure di stimolo discrezionali per far fronte a condizioni economiche eccezionali in linea con il piano europeo di ripresa economica, la stragrande maggioranza degli Stati membri si trova ora soggetta alla procedura per i disavanzi eccessivi avviata con le relative decisioni adottate dal Consiglio nel 2009. Tra i paesi valutati, solo la Bulgaria e l’Estonia prevedono di mantenere il disavanzo pubblico al di sotto del valore di riferimento del 3% del PIL fissato dal patto di stabilità e crescita nel periodo di riferimento del programma. Nel complesso, per la maggioranza dei quattordici programmi, le ipotesi di crescita che sottendono le proiezioni di bilancio sono piuttosto ottimistiche, il che implica che i risultati di bilancio potrebbero essere peggiori dell’obiettivo fissato. Inoltre, in molti casi, la strategia di risanamento del bilancio non è adeguatamente sostenuta da misure concrete per il 2011 e oltre. “I programmi valutati oggi sono contraddistinti da due pietre miliari: le misure di stimolo messe in atto per scongiurare una spirale di recessione economica e la strategia di uscita in termini di bilancio concordata alla fine dello scorso anno. Secondo la nostra valutazione la strategia di uscita concordata dal Consiglio viene applicata: nel complesso il 2010 permarrà un anno di stimolo, seguito da ambiziosi sforzi di risanamento nel 2011. I principali rischi che pesano sul risanamento derivano da ipotesi macroeconomiche relativamente ottimistiche e dalla mancanza di precisazioni sulle misure di risanamento” ha dichiarato il commissario agli Affari economici e monetaria Olli Rehn.
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