Economia

Twitter: il nuovo nemico di Elon Musk è Apple. Piovono accuse

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il nuovo nemico di Elon Musk si chiama Apple. Il numero uno di Twitter ha riferito, tramite un post sul social media, che l’azienda di Cupertino ha “minacciato” di bloccare Twitter dal suo Apple Store senza spiegarne le ragioni.

“Apple ha minacciato di bloccare Twitter sull’Apple Store, ma non ci hanno detto perché”, continua il magnate nella serie di tweet pubblicati sull’argomento.  Che cosa Musk intenda per blocco di Twitter non è chiaro: potrebbe trattarsi del rifiuto temporaneo dell’aggiornamento dell’app Twitter o del non permettere di scaricare la stessa app del social dal negozio online.

Accuse che si sommano a quelle già espresse giorni fa sul fatto che Apple ha praticamente quasi bloccato la pubblicità su Twitter. “Odiano la libertà di parola in America?”. Musk non si è lasciata sfuggire l’occasione per criticare Cupertino:

“Sapete che Apple impone una tassa segreta del 30% su qualsiasi cosa acquistate dal loro App Store?”, ha twittato il miliardario in uno dei post mostra un video parodia del monopolio di Apple mentre in un altro lancia un sondaggio nel quale chiede ai follower di esprimersi sulla possibilità che Apple possa pubblicare tutte le sue azioni di censura nei confronti dei clienti.

È fuga degli inserzionisti da Twitter

Insomma, Musk non risparmia accuse. E mentre la tensione con Apple sale alle stelle, secondo i calcoli del “Washington Post”, più di un terzo dei 100 maggiori inserzionisti di Twitter non ha fatto pubblicità sulla piattaforma nelle ultime due settimane. Inserzionisti che nel 2020 avevano speso qualcosa come oltre 2 miliardi di euro: tra questi si annoverano Coca Cola, Nestlè, Hp, Dell, Volkswagen, Cnn fino alle società di telecomunicazioni At&t e Verizon.

Tra questi ci sarebbe anche Apple che, dati dell’osservatorio Pathmatics, avrebbe speso circa 131.600 dollari in pubblicità su Twitter tra il 10 e il 16 novembre 2022, in  flessione rispetto ai 220.800 dollari spesi tra il 16 e il 22 ottobre, la settimana prima che Musk chiudesse l’acquisizione del social. Il sospetto è che nelle ultime settimane il calo possa essersi accentuato.