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Tutti i numeri di Banca Generali che piacciono a Mediobanca

Nel complesso e sempre più dinamico scenario del risiko bancario italiano, Mediobanca muove una pedina che potrebbe cambiare gli equilibri di lungo periodo nel panorama finanziario italiano.
Il gruppo guidato da Alberto Nagel ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) rivolta al 100% degli azionisti di Banca Generali, con un controvalore complessivo di circa 6,3 miliardi di euro, pagato interamente attraverso azioni della compagnia assicurativa.

In partica Piazzetta Cuccia ha offerto alla capogruppo Generali e agli altri azionisti la propria partecipazione (è il primo socio con il 13,1%, che ai prezzi attuali è valutato 6,5 miliardi) in cambio della controllata.

Le mosse dell’AD di Mediobanca, Alberto Nagel sono chiare: cedere una partecipazione pesante in cambio della totalità di Banca Generali, attore primario nel settore del wealth management.

Le mire di Nagel: diventare leader nel wealth management

Il progetto è quello di allontanarsi progressivamente dal ruolo storico di banca d’affari e trasformarsi in un gruppo leader nella gestione del risparmio. Mediobanca wm, infatti, è ancora ridimensionata rispetto ai principali player del settore. Acquisire Banca Generali, che gestisce masse superiori ai 100 miliardi di euro, con risultati solidi e riconosciuti, rappresenterebbe un salto di livello strutturale.

I numeri di Bca Generali che fanno gola a Piazzetta Cuccia

L’integrazione con la banca guidata da Gianmaria Mossa consente di trasformare il gruppo Mediobanca in un leader nel wealth management con attivi in gestione per 210 miliardi, ricavi per 2 miliardi e raccolta netta per oltre 15 miliardi annui.

Nella nuova entità che si andrebbe a formare, il peso delle masse in gestione complessive sarebbe pressoché equivalente. Numeri alla mano, secondo quelli aggiornati al 31 dicembre 2024, Banca Generali ha 103,8 miliardi di euro contro i 106,8 miliardi della divisione WM di Mediobanca.

Ma la vera gallina dalle uova d’oro sono gli utili netti della banca del Leone. Banca Generali nel 2024 ha realizzato un utile netto di 431,2 milioni di euro (+32%) di cui la componente ricorrente si attesta a 339,3 milioni. Nello stesso periodo Mediobanca wealth management ha invece realizzato ‘solo’ 219 milioni di euro di profitti netti.

Un riflesso, quest’ultimo, di un rapporto cost/income (un indicatore che misura l’efficienza di una banca) su due piani diversi: al 66% per la divisione WM di Mediobanca nel semestre conclusosi a dicembre 2024, mentre quello di Banca Generali nel 2024 è stato del 35,4% (su base adjusted).

Banca Generali, banker fidelizzati

Anche i numeri (qualitativi e quantitativi) dei profesionisti della rete di Banca Generali sono particolarmente forti. Si è passati dai 1.453 consulenti del 2012 ai 2.353 di fine 2024, con un tasso di fidelizzazione dei banker migliore rispetto alla media di settore (churn rate dal 2014 al di sotto del 4,3% e stabilmente inferiore alla media Assoreti).

La crescita qualitativa dei professionsti si è riflessa in quella che potrebbe essere definita la crescita di maggior successo nel mondo del private banking in Italia. In poco più di dieci anni, a partire dal 2014, dopo che la banca del Leone ha scelto un forte posizionamento sul fronte del wealth management, le masse private in gestione di Banca Generali sono aumentate di oltre il 250%, passando da 21 miliardi di euro ai 74 miliardi di fine 2024 (da 36,6 mld euro a 103,8 mld le masse complessive, +183%) . Quasi triplicati anche i clienti di fascia private: dai quasi 14mila del 2014 agli oltre 39 mila del 2024.