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Truppe Nato in Lituania “potrebbero diventare pretesto per rivolta russa”

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Entro la fine di febbraio la Germania avrà trasferito 450 soldati e 190 veicoli corazzati, compresi carri armati Leopard 2 e blindati Marder, nel tentativo di mostrare alla vicina Russia una capacità di reazione di fronte a un possibile attacco militare. Con questi rinforzi il “Nato Battlegroup Lituania” (le truppe alleate riunite a presidio del Paese e provenienti anche dal Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Norvegia) raggiunge una quota di circa mille soldati.

La notizia è stata commentata con un certo timore dal quotidiano tedesco Die Tageszeitung, vicino alla sinistra verde, il quale ritiene che il contingente presente in Lituania, pur essendo insufficiente a garantire la difesa militare, potrebbe bastare a giustificare una reazione da parte di Mosca.

“In realtà, l’esercito tedesco e i partner della Nato hanno inviato ad est molte meno unità di quelle necessarie. In caso di guerra non potrebbero resistere,ma questo, forse, sarà sufficiente per spaventare la Russia”, scrive il giornale.

“Nella nebbia della guerra ibrida le unità della Nato potrebbero affrontare le rivolte delle minoranze di lingua russa, che verranno supportate dalla Russia” afferma il politologo dell’università di Zurigo, Martin Asse, citato dal quotidiano.

Quello di una reazione Russa a quest’operazione deterrente delle forze Nato è
“Uno scenario ipotetico”, ammette il Taz, “ma non è del tutto impensabile dopo l’esperienza della crisi Ucraina… La situazione potrebbe degenerare rapidamente e può offrire al Cremlino pretesto di intervenire per proteggere le minoranze”.