Trump annuncia il Giorno della Liberazione il 2 aprile: cosa succederà e come reagiranno i mercati

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Conto alla rovescia per il 2 aprile. Dopo le auto, l’amministrazione Trump sta pianificando una nuova tornata di dazi il 2 aprile, giorno che il Presidente ha soprannominato “Giorno della Liberazione”.
L’annuncio è considerato dagli economisti come il culmine della sua politica commerciale nota come “America First”, un ordine esecutivo firmato il primo giorno del suo nuovo secondo mandato, con l’obiettivo di rivitalizzare l’industria manifatturiera statunitense.
Trump ha definito il suo annuncio tariffario del 2 aprile come “il più grande”, suggerendo che i dazi potrebbe avere una portata più ampia rispetto a quelli che ha già imposto sulle merci provenienti da altre nazioni.
“Per DECENNI siamo stati derubati e maltrattati da ogni nazione del mondo, sia amica che nemica. Ora è finalmente giunto il momento per i buoni vecchi Stati Uniti di riavere un po’ di quei soldi e di quel rispetto. DIO BENEDICA L’AMERICA!!!”.
Trump ha parlato dei suoi piani per il 2 aprile in un post pubblicato all’inizio del mese su Truth Social. Ma cosa significa nei fatti questo Giorno della Liberazione? Quali dazi nuovi saranno annunciati e come reagiranno i mercati?
Trump annuncia il Giorno della Liberazione: cosa significa
Il 2 aprile prossimo il presidente Trump annuncerà al mondo intero nuove tariffe, che ritiene necessarie per eliminare gli squilibri commerciali con le nazioni che esportano più beni negli Stati Uniti di quanti ne importino dall’America. E l’aggiunta di tariffe ad ampio spettro su una serie di importazioni rischia di far divampare una guerra commerciale globale che potrebbe, almeno nel breve periodo, far aumentare i prezzi per i consumatori statunitensi e dare un’impennata all’inflazione.
“I dazi sono una tassa sui beni importati e le ricerche dimostrano che la maggior parte di essi viene trasferita ai consumatori”, ha dichiarato alla CBS MoneyWatch, Colin Grabow, direttore associato del Centro Herbert A. Stiefel per gli studi sulla politica commerciale presso il Cato Institute.
L’obiettivo dell’amministrazione Trump è quello di aumentare i prezzi delle importazioni fino al punto in cui sia economicamente favorevole per le aziende trasferire la produzione negli Stati Uniti, ha osservato Grabow.
“Se i prezzi non aumentano, le importazioni non vengono scoraggiate e quindi non c’è motivo di insediarsi negli Stati Uniti”, ha spiegato Grabow. “Parte della logica si basa sull’aumento dei prezzi, altrimenti non raggiungeranno il loro obiettivo”.
Quali tariffe annuncerà Trump il 2 aprile?
Trump ha parlato del Giorno della Liberazione mercoledì scorso, quando ha annunciato i nuovi dazi del 25% sulle auto e le parti di auto prodotte all’estero. Sebbene non si conoscano l’entità e la portata delle nuove tariffe reciproche che Trump intende annunciare, la scorsa settimana il Segretario al Tesoro, Scott Bessent ha dichiarato che le tariffe reciproche dell’amministrazione saranno destinate ai Paesi con le maggiori eccedenze commerciali, nonché a quelli che hanno imposto le tariffe più alte e le barriere commerciali non tariffarie sui beni statunitensi.
Numerose nazioni registrano grandi eccedenze commerciali annuali con gli Stati Uniti, tra cui Germania, Irlanda e Italia nell’Unione Europea, oltre a Vietnam, Giappone e Taiwan. Gli Stati Uniti hanno anche un forte deficit commerciale con la Cina, anche se Trump ha già imposto nuovi dazi su questa nazione. Il presidente ha aggiunto che introdurrà una politica tariffaria reciproca su “tutti i Paesi”, che sarà “molto indulgente”.
Nel frattempo, altre tariffe entreranno in vigore proprio il 2 aprile, mentre il rinvio di un mese concesso da Trump per le tariffe del 25% sulle importazioni canadesi e messicane scadrà il giorno stesso. Anche la tariffa del 25% sulle auto annunciata dal Presidente il 26 marzo scorso dovrebbe entrare in vigore il 2 aprile.
Cosa comporteranno le tariffe per i consumatori?
I consumatori di solito pagano il prezzo delle tariffe, poiché le aziende scaricano gran parte dei costi sui loro clienti. Di conseguenza, secondo gli economisti, un nuovo ciclo di tariffe potrebbe far salire l’inflazione. Secondo un’analisi di Oxford Economics, se l’aliquota tariffaria effettiva sulle importazioni negli Stati Uniti passasse dal 2,5% del 2024 al 10% di aprile, come previsto, i prezzi finali sui consumi aumenterebbero di mezzo punto percentuale.
E si sa, la traiettoria dell’inflazione, è particolarmente seguita dalla Federal Reserve quando deve prendere decisioni di politica monetaria.
La reazione sul mercato
L’annuncio delle nuove tariffe al 25% sulle auto ha prodotto immediati effetti sui titoli azionari. Ford, General Motors, Tesla e anche Stellantis, l’onda lunga dei nuovi dazi ha scosso i titoli dell’automotive.
Cosa succederà il Giorno della Liberazione? Non avendo la palla di cristallo, è la storia che può fornire un indizio importante.
Considerando la volatilità del Dow Jones, dell’S&P 500 e del Nasdaq Composite durante le prime fasi di avvio dei dazi sulla Cina e sulle importazioni di alluminio e acciaio, ci si domanda se la stessa cosa potrebbe accadere sui mercati quando arriverà il Giorno della liberazione. Gli investitori sono alla finestra. Non resta che attendere.