Via libera della Camera alla fiducia sulla manovra economica per il pareggio di bilancio al 2014. I voti favorevoli sono stati 316, i contrari 284 e 2 gli astenuti. Il si definitivo in serata. Berlusconi ai suoi: "Non me ne andro' finche' non saro' riuscito ad abbassare le tasse".
Strano come certe date ricorrano: governo Amato fece uscire la Lira dall'allora "serpente monetario", e con un decreto legge di emergenza operò un prelievo forzoso ed improvviso del 6 per mille su tutti depositi bancari. Una mazzata patrimoniale che portò l’economia italiana sull’orlo della recessione.
Una "lunga e cordiale" colazione, presente anche Gianni Letta, per blindare il decreto manovra, assicurandone l'approvazione entro l'estate, e confermare l'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014. Ma al di la' della politica da PR, tutte le questioni piu' gravi - e soprattutto le possibili dimissioni del ministro dell'Economia - sono sempre sul tavolo.
Non a Palazzo Chigi né al Colle, ma "padre nobile" del centrodestra. Silvio Berlusconi annuncia il suo ritiro, nel 2013 non si candiderà, al suo posto ci sarà Angelino Alfano. L'intervista. Tremonti: "è l'unico che non fa gioco di squadra". "Pensa di essere un genio e gli altri cretini. Ma da solo, dove va?"
Tra i banchieri il consenso si sta indirizzando sul successore di Trichet: un illustre signor nessuno (foto). La verita' e' che Draghi sta meglio a Roma, premier ideale per un governo tecnico nel dopo-Berlusconi.
La voce raccolta da WSI circola in ambienti romani e milanesi. Una mossa preventiva, anche se di breve periodo: servirebbe a stoppare il progetto di governo tecnico guidato da Draghi che terrorizza il premier (Napolitano affiderebbe al governatore di Bankitalia un incarico esplorativo prima dello scioglimento delle Camere).
Il voto su Caliendo potrebbe decretare la fine politica della maggioranza. Il premier sta valutando se salire al Quirinale per chiedere di tornare alle urne. A frenarlo il timore di nuove defezioni nel Pdl e di una reazione negativa delle Borse. Il ministro Maroni: "Se il governo cade, al voto. In autunno si può".
Berlusconi: "La crisi non ci sarà". Ma poi precisa: "La Lega non appoggerà un incarico a Draghi o Tremonti". «I finiani? Li credevo di meno". Deluso dal decreto legge sulle intercettazioni: «Se non fosse un piacere all'opposizione, lo ritirerei».
Per il PdL bene il governatore al posto di Trichet in Bce. Da mesi viene rumoreggiato come possibile capo di un governo tecnico-istituzionale. E i rapporti con Tremonti sono pessimi. Per i continui duelli sui conti pubblici e sulla crisi.
Approvato regolamento che coordina regole su voto in condotta