Motivi: le "stesse preoccupazioni" che hanno portato a mettere i sei Paesi Ue sotto osservazione. Abbassato il rating di Unicredit, passa da 'A' ad 'A-'. Soffre di "una bassa redditività".
"Non mi dispiacerebbe investire", dice il miliardario Roustam Tariko. "Scambiano ad appena il 15%-20% del valore reale". E intanto annuncia l’acquisto del 70% della casa di spumanti Gancia.
L’agenzia Dagong annuncia di aver portato il merito di credito dell’Italia da A- a BBB, citando le aspettative di un forte rallentamento della crescita. I rendimenti dei Btp dovrebbero continuare a salire.
Nelle sale operative si parla di acquisti cinque volte sopra la norma sui titoli della parte breve della curva. Voci di operazioni speculative "ad alta frequenza" al ribasso sul due e tre anni.
Nonostante i rendimenti allettanti, investitori e gestori stranieri snobbano i Btp. Secondo Barclays solo l’Eurotower e le banche di casa li stanno acquistando. E la situazione non durerà in eterno.
Via Nazionale garantirebbe 100 miliardi di bond agganciati al metallo giallo. Ma sarebbe l'ultima carta della disperazione pre-default. L'Italia è il terzo paese al mondo per consistenza di riserve auree (dopo Stati Uniti e Germania) con 2.452 tonnellate di gold nei forzieri di Banca d'Italia. Negli ultimi anni si sono rivalutate di +163%.
"Ci vogliono crescita, minore spesa pubblica corrente compensata da sgravi fiscali e spese per investimento dello stato". "Se non si riescono a fare queste operazioni si rischia di finire come la Grecia che è costretta a stringere tutto ed è impossibilitata a fare politiche di sviluppo, è così che si va verso il disastro".
Conseguenza diretta del downgrade sul debito sovrano del nostro paese. Colpite Mediobanca, Bnl, Findomestic e Intesa SanPaolo, insieme alle controllate Banca IMI e BIIS, oltre alla Cassa di Risparmio di Bologna. Appello del presidente Abi.
I rubinetti del credito si chiudono sempre di più verso tutta l'Europa, ma gli istituti del nostro paese sono tra i più temuti. La situazione descritta da un banchiere francese: "prima riuscivamo a ricevere finanziamenti anche a nove mesi. Ora invece otteniamo prestiti a un mese, se non a una settimana".
Colpite Unicredit, Intesa SanPaolo, Monte Paschi, Banco Popolare, e altre. L'istituto tedesco scrive che la decisione "riflette i timori circa il livello del debito sovrano in Italia e le prospettive di una riduzione del reddito derivante da rendimenti e commissioni per le possibili tensioni sul mercato creditizio".