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Trading: volatilità in aumento? Le valute su cui scommettere

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LEGNANO (WSI) – Si entra dunque nel vivo della settimana dei mercati finanziari, con importanti release che sono state pubblicate già a partire da questa notte e che hanno riguardato Australia e Giappone, e alle quali si andranno ad aggiungere quelle relative in particolare a Regno Unito e Canada in un contesto generale di contenuta volatilità che auguriamoci possa andare incrementandosi grazie alla rilevanza delle news in questione.

Australia e Giappone ancora protagonisti

All’interno del paniere delle 8 majors, da diversi mesi in assoluto quelle che sono andate maggiormente a deprezzarsi contro il dollaro americano e in generale contro praticamente tutte le altre divise sono state senza dubbio il dollaro australiano e lo yen giapponese; i motivi che hanno portato a queste significative svalutazioni li conosciamo e numerose volte li abbiamo analizzati e commentati in passato, ed indubbiamente va detto che l’interesse che rivestono da un punto di vista operativo per chi cercasse movimenti direzionali può restare intatto in quanto i temi macro che ne guidano l’andamento restano di grande attualità e in quanto le reazioni a questi stessi temi macro rimangono ancora molto forti e tangibili.

La sessione asiatica che si appresta a concludersi non ha di certo rappresentato un’eccezione. Seguendo un ordine cronologico, vi è stata nelle primissime ore del mattino la pubblicazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo dell’Australia che su base trimestrale ha fatto registrare un +0,8% contro aspettative di +0,5% e che su base annuale si è invece attestato ad un +2,7% rispetto ad attese di +2,%% ed ad un dato precedente di +2,3%. Livelli di inflazione che come potrete facilmente intuire risultano ben lontani dagli scenari disinflazionistici/deflazionistici dell’Eurozona e dai livelli ancora molto bassi degli Stati Uniti, e che comunque non impediscono alla RBA di modificare le aspettative circa l’andamento del tasso di interesse di riferimento le quali sono ancora orientate al ribasso e volte sostanzialmente ad ulteriori indebolimenti della divisa domestica al fine di centrare il suo fair value per sostenere le ampie esportazioni del pase.

Nel breve, naturalmente, la reazione è stata supportiva per un ulteriore allontanamento del cambio AudUsd dai minimi, che potrebbe però risultare propedeutico a ricaricamenti del prezzo per la partenza di nuove ed ampie vendite.

Più prevedibile invece quanto avvenuto sul fronte nipponico, con la Bank of Japan che nell’announcement successivo alla due giorni di meeting ha dichiarato che non vi sono cambiamenti nella sua politica monetaria, in materia di quantitative easing per 60-70 trilioni di yen all’anno, ritoccando però leggermente al ribasso le stime sulla crescita del Pil a +1,4% e riaffermando l’attenzione rispetto al prossimo aumento dell’”IVA” nel paese.

La reazione del mercato è stata ancora una volta nella direzione di vendita di yen; da un punto di vista tecnico abbiamo però buoni motivi per ritenere che, se nei rapporti con gran parte dei cambi che lo contengono, non andrà a riprendere le aree di massimo, allora si potrebbe assistere a rinnovati acquisti della valuta nipponica per il test dei supporti e un ritracciamento importante tale da sostenerne poi i futuri rialzi.

BoE e BoC oggi protagoniste

Le Banche centrali di Regno Unito e Canada saranno invece oggi protagoniste con, rispettivamente, la pubblicazione delle Minute del MPC alla quale si affiancheranno i dati sulla disoccupazione, e l’annuncio del tasso di interesse con relativo rapporto di politica monetaria e speech del Governatore Poloz.

In entrambi i casi le valute interessate si trovano infatti vicini ad un bivio significativo: per quanto riguarda la sterlina, ci troviamo infatti di fronte ad un quadro tecnico di medio periodo che la vede in accumulazione dopo un forte trend rialzista ma che ne riflette ancora la forza e la non eccessiva sopravvalutazione, ed i dati di oggi potrebbero rinnovarne la marcatissima tendenza bullish. Nel caso del dollaro canadese invece ci troviamo a dei minimi che contro il dollaro americano non si vedevano da oltre 4 anni e le release di oggi potrebbero, insieme a quelle pur importanti sulle vendite al dettaglio di domani e sull’inflazione di venerdì, portare a definitivi deprezzamenti della divisa e a proseguirne il mercato percorso discesista in un quadro di ormai palese svalutazione che si inserisce perfettamente nel contesto macroeconomico globale. Anche se un po’ difficile da capire per chi si trova in Europa!

QUADRO TECNICO

EurUsd: come già affermato ieri, partendo da un grafico giornaliero vale la pena segnalare e naturalmente seguire il potenziale sviluppo di una divergenza regolare rialzista tra prezzo e oscillatore stocastico. Scendendo al 4 ore notiamo ancora una volta come l’area di transito della media mobile esponenziale a 21 periodi risulti significativa nei respingimenti del prezzo e che quindi vada a rimarcare l’importanza di area 1,3570 come resistenza.

La congestione che si è venuta a creare è dunque ben visibile su grafico orario ed è ben sfruttabile grazie alle ottime indicazioni in lateralità dell’oscillatore stocastico che si pone in ottica di vendite sulle resistenze per il superamento dell’area del pivot daily a 1,3545 e l’eventuale approfondimento nelle aree di minimi a cominciare da 1,3520. La volatilità contenuta non favorisce probabilisticamente scenari di breakout che comunque non possono escludersi sotto i minimi, previ pullback, verso 1,3445 e sopra i massimi in direzione 1,3610.

UsdJpy: cambio dunque ancora controverso da un punto di vista direzionale, nonostante la discreta precisione dei livelli tecnici. Risulta ancora precisa infatti l’area di supporto a 103,90 e quella di resistenza delimitata inferiormente da 104,45 e superiormente da 104,70. La possibilità in intraday è proprio quella di assistere ad allunghi verso quest’ultimo livello per nuovi ritracciamenti e tentativi di ripartenza verso i massimi di periodo, sviliti però se si dovesse andare nuovamente sotto l’area del pivot daily dalla quale varrebbe la pena di nuovo shortare verso 103,90 in primo luogo. 103,65 il supporto successivo.
EurJpy: ribadiamo anche in questo caso che sul grafico daily si osserva bene come tecnicamente ci troviamo ancora in fase di correzione dopo la conferma della tenuta di area 104,50 quale ritracciamento al 38,2% di Fibonacci rispetto al rialzo del cambio dai minimi di inizio dicembre, e di come la media 21 giornaliera sia ancora una volta estremamente significativa in ottica di resistenza dinamica. Il canale discesista più di breve e visibile su grafico a 4 ore è stato ieri violato al rialzo per la formazione di un altro preciso canale rialzista che è stato poi a sua volta violato senza però portare a conferme di rottura sotto 141,10. Da valutare perciò approdi verso 141,90 con possibili estensioni verso 142,15 per ritorni verso area 141,60 e appunto 141,10. Eventuali violazioni importanti al ribasso sono da considerare sotto 142 per direzione 141,40.
GbpUsd: il cable sembra aver discretamente ripreso il suo percorso rialzista che potrà essere rafforzato o svilito dalle release macro. La zona di congestione che si era venuta a creare e che vedeva l’area di 1,64 come supporto e l’area attorno 1,6470 come resistenza, è stata ieri violata al rialzo a favore di potenziali approdi verso 1,6510 prima e le aree di massimo poi, giustificate già a partire dal grafico giornaliero in piena divergenza inversa rialzista. Possibili perciò i ritracciamenti in area 1,6470 per nuovi acquisti positivi anche in ottica RR. Primi short da valutare sotto 1,6445 per l’1,64 e 1,6350 su violente ondate ribassiste.
AudUsd: come anticipato nella prima parte, significativo è stato il rialzo del cambio in seguito alle news della notte scorsa. Ci siamo infatti avvicinati al primo dei ritracciamenti di Fibonacci tracciati sull’ultimo importante ribasso del cambio a 0,8880, dal quale potrebbero ripartire le vendite potenzialmente suffragate da una divergenza regolare bearish in H4 sfruttando un ottimo Risk/Reward verso 0,8830 in primo luogo, le aree di minimo in secondo. Acquisti pensabili invece sopra 0,8890 per target non troppo ambiziosi tra 0,8925 e 0,8935.
Ger30 (Dax): continua la congestione per il Dax che ha ieri appena ritoccato i massimi storici a 9.795 punti per poi ritornare in area dei supporti. Sul daily per ora va solo monitorata la divergenza regolare ribassista potenziale, mentre è più di attualità la possibilità di nuovi long da area 9,750 per la ripresa dei massimi su cui ragionare ancora in ottica di break sopra 9.800 punti dal quale poi pensare di agire solo con strategie di stop management. Possibilità short solo su evidenti segnali dalle aree di massimo, con tutti i rischi legati a questo tipo di operatività. Ancora l’area di 9.700 quella cruciale di supporto.
XauUsd (Oro): va ancora rimarcato il preciso l’approdo in area della trendline di resistenza e in confluenza di livelli statici a 1.263. Sul grafico giornaliero è confermato il segnale di divergenza inversa ribassista, mentre sul grafico a 4 ore la divergenza ribassista tra oscillatore e prezzo ha ben funzionato per l’approdo sui supporti a 1.240 e 1.235. Possibile ora la ripresa di area 1.245 per ripartenze short verso 1.235 con potenzialità di break verso 1.228 e 1,223 in estensione. La tenuta di area 1.235 offrirebbe invece un buon RR in acquisto verso 1.248 dollari l’oncia.

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