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Tobin Tax: flop annunciato

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ROMA (WSI) – Dal 1° marzo 2013 l’acquisto di azioni italiane con capitalizzazione superiore a 500 milioni comporta, per ciascuna transazione, a prescindere dall’esito della stessa, una imposta pari allo 0.12% del controvalore scambiato; a partire dal 1° settembre la tassa sulle transazioni finanziarie dovrebbe essere applicata anche sui derivati aventi come sottostante indice o azioni italiane. Dopo una prima proroga, è previsto che lo Stato passerà all’incasso il 16 Ottobre.

Tuttavia il gettito che il governo auspicava, circa un miliardo di euro, stando alle proiezioni attuali non supererà i 300 milioni di euro, di cui un terzo dovrebbe provenire dagli intermediari presenti all’estero. Per quest’ultimi il reale incasso sembra a rischio in quanto l’adempimento alla Tobin Tax appare molto farraginoso; ciò è quanto emerso dalla lettura del provvedimento emesso lo scorso 18 luglio dall’Agenzia delle entrate, volto a definire gli adempimenti dichiaravi e le modalità per effettuare i versamenti oltre ai relativi obblighi strumentali.

L’Agenzia dell’Entrate fa sapere che il modello dichiarativo per espletare il pagamento della Tobin tax deve essere presentato, telematicamente entro il 31 marzo di ogni anno e in riferimento alle operazioni effettuate l’anno precedente; gli intermediari non residenti privi di una stabile organizzazione in Italia e di un rappresentate fiscale sul territorio, possono procedere all’invio della dichiarazione a mezzo di raccomandata o strumento equivalente. Il pagamento verrà effettuato tramite modello F24, per i codici del tributo e le istruzione per come compilare il modello occorre attendere un ulteriore provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Sempre per quanto riguarda gli intermediari non residenti, ma che hanno sede legale in un paese collaborativo possono adempiere agli obblighi strumentali e di versamento avvalendosi di una stabile organizzazione a cui fanno capo sul territorio italiano; in assenza, possono nominare un rappresentate fiscale; in alternativa possono identificarsi attraverso richiesta di attribuzione del codice fiscale in Italia e adempiere direttamente. Relativamente agli obblighi strumentali i responsabili del versamento devono effettuare la registrazione di ciascuna operazione, in un apposito registro informatico, rispettandone l’ordine cronologico, garantendone l’inalterabilità e la corretta conservazione dei dati al fine di fronteggiare eventuali attività di controllo o ispezione future. E’ evidente che la procedura è tanto complessa e onerosa da dissuadere fortemente i broker esteri a lavorare su azioni e derivati italiani preferendo mercati Free Tobin Tax (che sono sostanzialmente tutti gli europei eccetto Francia e Ungheria)

L’auspicio è che il mancato gettito non induca il legislatore ad aumentare le aliquote o allargare gli strumenti finanziari oggetto di imposta in quanto difficilmente, così come è pensata riuscirà a raggiungere gli obiettivi auspicati ovvero un introito per le casse dello Stato e un contenimento della speculazione. Al contrario un inasprimento potrebbe generare una fuga di investimenti verso le piazze finanziarie estere dove la Tobin tax è ancora sconosciuta rendendo il mercato italiano meno liquido e quindi più vulnerabile ad attacchi speculativi.

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