Economia

Thaler, semplificare le scelte è più efficace che educare

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Il Premio Nobel per l’economia 2017 Richard Thaler, ospite a Milano per il PFExpo Gold Edition ha sottolineato l’importanza dei consulenti finanziari invitandoli a utilizzare trasparenza e semplicità nel loro lavoro

“Penso che la cosa più importante sia la trasparenza. I clienti devono conoscere quanto e cosa stanno pagando”.

La frase, pronunciata da Richard Thaler, premio Nobel per l’economia nel 2017 con le teorie di behavioural finance, assume una rilevanza tutta particolare in epoca di Mifid 2. Ospite in Italia per la prima volta in occasione di un incontro con i giornalisti organizzato per il PFExpo Gold Edition, l’ideatore del “nudge”, ossia della “spinta gentile” che accompagna nel prendere le scelte giuste ha sottolineato l’importanza del consulente finanziario in un mondo dove l’educazione finanziaria è ancora bassa:

“Anche i più esperti hanno bisogno di aiuto per risolvere problemi difficili come capire quanto e come investire per la pensione. L’industria dell’asset manager deve impegnarsi di più nel costruire prodotti che aiutino e semplifichino la scelta delle persone”.

Affermazione che vale ancora di più per l’Italia che figura sempre nelle ultime posizioni quanto a diffusione delle conoscenze in materia di risparmio e investimento, nonostante gli italiani siano dei grandi risparmiatori. Perché non riescono a trasformare questo risparmio in investimenti redditizi? Perché 1.400 miliardi di euro vengono tenuti improduttivamente chiusi nei conti correnti?

Per Thaler c’è una componente storica e una di semplificazione:

“Gli italiani probabilmente subiscono ancora delle conseguenze derivanti dalla seconda guerra mondiale. Le paure e i timori che gli sono stati trasmessi dai genitori o dai nonni”

ha spiegato il Nobel, aggiungendo:

“Inoltre, alle persone non piacciono le cose difficili. Compilare i moduli che servono per avviare un investimento o per attivare una pensione complementare, costa tempo e fatica. A nessuno piace farlo”.

I risultati si vedono nelle difficoltà di crescita della previdenza complementare in Italia. Eppure, secondo Thaler, basterebbe pochissimo:

“Non bisogna convincere le persone a fare le scelte giuste, basta dargli una ‘spinta gentile’, il ‘Nudge’”

che è anche il titolo dell’ultimo libro scritto Richard Thaler insieme a Cass R. Sustein, professore alla Harvard Law School.

“Ciò che mi preoccupa di più è che poniamo molta più attenzione a rendere le persone alfabetizzate finanziariamente invece di rendere più semplici le scelte. Abbiamo bisogno di un gps automatico che ci guidi nella gestione del nostro patrimonio”.

Con il “nudge” si crea un percorso quasi automatizzato, una guida nelle scelte.

“Nel caso dei sistemi pensionistici – ha concluso Thaler – il modello da seguire è quello britannico dove la pensione integrativa è la scelta di default, quella automatica. Se non ci si attiva non la si può cambiare. A pochi, però, piace seguire la trafila necessaria a cambiare”.

L’auspicio è che il sistema venga seguito anche altrove, e in Italia, dove il percorso che le persone devono fare per avere una previdenza integrativa è opposto. L’opzione di base è ‘nessuna previdenza integrativa’.