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TASSI & BORSA: BERNANKE RICATTATO DALLE BANCHE

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(WSI) –
La Federal Reserve di Ben Bernanke si trova ora a un passo molto difficile. Infatti gli ambienti della finanza degli Stati Uniti chiedono insistentemente una nuova riduzione del tasso d’interesse, motivata dal fatto che l’inflazione non sembra preoccupante, mentre vi è un rallentamento marcato dell’economia. In realtà le richieste derivano soprattutto dal desiderio delle banche, che hanno subito perdite per i loro derivati sui mutui immobiliari, di ottenere dalla Fed la liquidità a buon prezzo che il mercato ora nega.


Si giunge persino a chiedere una riduzione dei tassi di 0,75 punti da attuare in tempi brevi e in due riprese. Così il tasso scenderebbe fino al 4 per cento, il livello della Bce. Ma il cambio del dollaro con l’euro e lo yen peggiorerebbe in una misura imprecisata, determinando un rincaro dell’import, in particolare di petrolio e alimentari, con aumento dell’inflazione negli Stati Uniti.

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La Fed tradizionalmente, per stimare l’inflazione, considerava l’indice dei prezzi “core”, che esclude energia e alimentari, data la loro grande variabilità. Ma Bernanke, ora, vorrebbe includere questi prezzi nell’indice, perché il loro aumento in dollari è strutturale e in parte si collega a una discesa della valuta statunitense rispetto alle altre monete di riserva, discesa che peraltro appare essa stessa a sua volta strutturale. Infatti il cambio del dollaro è diminuito per riflettere il divario fra il forte passivo della bilancia commerciale degli Usa e il grande attivo di quella di altri paesi. Ciò ha rappresentato un riallineamento fisiologico del dollaro.

Ma un ulteriore ribasso del tasso della Fed segnalerebbe che gli Usa non sono interessati a difendere il potere di acquisto della loro moneta rispetto alle altre e potrebbe generare una fuga dal dollaro di operatori che hanno ingenti scorte monetarie e risparmi in tale valuta. Nella riunione dell’Opec più d’una voce s’è levata per sostenere l’opportunità di lasciare il dollaro e passare a un paniere di monete. E’ una scelta ardua per stati come l’Arabia Saudita che hanno i risparmi in dollari. Bernanke non può lasciare la difesa del dollaro ai paesi esteri. Ma sa che il mondo si è abituato a vedere gli Usa in perpetua crescita. Eppure un rallentamento dell’economia americana farebbe bene a tutti.

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