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TASSI USA: LA FED CONTRASTATA SUL DA FARSI

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Con dati macroeconomici contrastanti da analizzare, Alan Greenspan e i suoi colleghi della Federal Reserve si preparano a prendere una decisione non facile sui tassi d’interesse a breve. Oltre all’entita’ della manovra, pero’, gli economisti attendono di vedere quale sara’ il tono che la banca centrale USA dara’ ai mercati per il futuro.

Dall’ultimo taglio dei tassi il 31 gennaio scorso, abbiamo assistito a un declino di oltre 1.000 punti sul Dow Jones, a dati sull’economia americana dai quali sono provenuti segnali sia di sorprendente debolezza che di estrema resistenza, e al crescere delle preoccupazioni sulla salute delle principali economie del pianeta.

Ora, sebbene un sondaggio di Standard & Poor’s mostri che la maggior parte degli economisti – circa il 70% – concordi su una riduzione dei tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, lo studio indica che la decisione sara’ presa a maggioranza risicata, con solo 6/10 del Federal Open Market Committee (FOMC) – o persino meno – tendente a un taglio dello 0,5% piuttosto che uno di 75 punti base.

Molti degli economisti intervistati ritengono che i fondamentali non giustificano il bisogno di una riduzione del costo del denaro di oltre lo 0,5%, soprattutto dopo che in gennaio la Fed ha ridotto i tassi di 100 punti base portandoli al 5,5%. Alcuni notano infatti che la banca centrale USA potrebbe sempre operare manovre straordinarie prima dell’incontro che segue quello di domani, ossia prima del 15 maggio prossimo.

Il sondaggio di Standard & Poor’s mostra che successive manovre della Fed saranno contenute a soli 25 punti base e che il target per i meeting del FOMC del 15 maggio e del 27 giugno sono rispettivamente di tassi al 4,75% e 4,5%. Tuttavia, dato un taglio di mezzo punto percentuale in marzo, gli economisti sembrano divisi su quella che sara’ la decisione in maggio e alcuni anticipano gia’ un secondo taglio di 50 punti base.

Solo una minoranza ritiene che la Fed si appresti a portare i Fed Funds al 4% gia’ per la fine del secondo trimestre. Tra questi c’e’ anche chi paragona la situazione attuale con quanto accaduto all’inizio degli anni 90, quando i tassi erano stati abbassati fino al 3%.