Economia

Tassi: FED verso ultimo taglio dell’anno, le attese per il 2025

Dopo la BCE, tocca ora alla Fed alzare il velo sul tasso di interessi Usa nell’ultimo meeting dell’anno. Il responso è in calendario domani 18 dicembre. In quell’occasione, mercato e analisti mettono in conto il terzo taglio di fila, il secondo di 25 punti base, dopo un primo taglio da mezzo punto percentuale. I tassi passerebbero così dall’intervallo 4,50%-4,75% al nuovo range 4,25%-4,50%.

Le proiezioni per la riunione di dicembre

Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, che mette in conto una sforbiciata di 25 punti base la decisione rifletterà la diminuzione delle preoccupazioni sull’inflazione e l’aumento dei timori sul mercato del lavoro.

L’indice core dei prezzi al consumo (esclusi energetici ed alimentari) – fa notare – ha mostrato, negli ultimi 4 mesi, una crescita dello 0,3% su base mensile, a novembre la crescita annuale è del 3,3%, ancora su livelli elevati come aveva affermato Powell ma in progresso verso l’obiettivo del 2%. Debole invece il mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,2% e la creazione di nuovi posti di lavoro negli ultimi 6 mesi è stata molto bassa (in media un +140 mila unità, inferiore rispetto al valore desiderato dalla banca centrale +200 mila).

“I recenti dati economici supportano la causa dell’allentamento monetario. L’attenzione degli addetti ai lavori si concentrerà sul comunicato e sulle parole di Powell per capire quale sarà il sentiero dei tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi” spiega l’esperto.

Della stessa idea Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Asset Management, che scrive in una nota

Sebbene gli ultimi dati pubblicati mostrino un’inflazione più resistente, continuiamo a ritenere che la Fed taglierà di 25 punti base il suo tasso di riferimento durante la prossima riunione del 18 dicembre. Infatti, riteniamo che il processo di disinflazione stia proseguendo e la lettura dell’inflazione dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) di ottobre non cambia questo scenario.

Le attese per i prossimi mesi

Per gli economisti interpellati dal Financial Times, la Fed avrà poi un approccio più cauto sui tassi, per paura che le politiche del prossimo presidente statunitense, Donald Trump, possano far salire l’inflazione. Secondo la maggior parte dei partecipanti al sondaggio del quotidiano, i tassi saranno al 3,5% o più alti, alla fine del 2025, mentre a settembre – prima delle elezioni, quindi – erano convinti che sarebbero stati portati sotto tale soglia.

Per Diodovich, l’approccio della Federal Reserve in materia di tassi di interesse è l’aspetto cruciale di questo meeting.

“Crediamo che sia nelle proiezioni economiche che nel grafico dotplot si possa ricavare un cambio di atteggiamento da parte dei membri del FOMC nel processo di riduzione dei tassi”.

Secondo l’esperto di IG Italia, il presidente della FED, Jerome Powell, utilizzerà proprio le proiezioni economiche per anticipare una possibile pausa a febbraio e una maggiore cautela per tagliare nuovamente il costo del denaro in vista anche delle prossime politiche economiche del nuovo presidente Donald Trump che si insedierà a Washington il prossimo 20 gennaio. Allo stesso tempo, Diodovich “ritine che il grafico dotplot possa evidenziare un approccio meno dovish da parte dei banchieri centrali con una mediana di membri del FOMC che possa spostarsi a soli 3 riduzioni dei tassi nel 2025 (range 3,50%-3,75%). Nell’ultimo grafico dotplot di settembre erano 6 i membri che si aspettavano 4 tagli nel 2025, altri 6 membri ne prevedevano 5 e due banchieri ne stimavano 6.

“Crediamo, quindi, che il taglio dei tassi di mercoledì possa essere definitivo “hawkish” ovvero “falco” proprio perché la FED potrebbe annunciare di volere andare molto più piano con ulteriori riduzioni dei tassi”.