(Teleborsa) – Gli stress test non sono più un mistero da ieri sera. Il Comitato di supervisione delle banche centrali europee (CEBS) ha dettato ieri i criteri che verranno applicati per valutare lo stato di salute delle banche europee o, alternativamente, l’esigenza di mettere a punto strategie di rafforzamento patrimoniale. Saranno 91 le banche sottoposte all’esame. Una verifica non indifferente, in quanto considera i risultati banca per banca, incluse eventuali controllate e partecipate, ed a livello aggregato, ipotizzando due diversi scenari e le reazioni delle banche al mutare degli eventi. Insomma, una cosa seria. Gli scenari presi in esame saranno due: uno di base legato alle previsioni formulate dalla BCE e dalla Commissione Europea, l’altro avverso che incorporerà l’impatto di possibili shock finanziari, inclusi quelli derivanti dai debiti sovrani, ed avrà uno scostamento di circa il 3% rispetto allo scenario di base. Le variabili macroeconomiche prese in considerazione? Il PIL, la disoccupazione e l’inflazione. Ma i due scenari saranno esaminati sia per l’Eurozona, che per la UE allargata e gli Stati Uniti. Chi si sottoporrà all’esame? Le banche di importanza internazionale, ma anche il complesso delle banche più importanti a livello nazionale, il cui peso in assets superi il 50% del totale a livello domestico. Per fare qualche nome … ci sono tutti! Dalle francesi BNP Paribas, Credit Agricole e SocGen, alle tedesche Commerzbank e Deutsche Bank, per sbarcare a Londra con Royal Bank of Scotland, HSBC, Barclays e Lloyds. E non mancano i principali Istituti spagnoli e greci, che destano maggiori preoccupazioni. In Italia saranno sottoposti alla procedura cinque Istituti: Unicredit, Intesa SanPaolo, MPS, Banco Popolare ed UBI Banca. Le 91 banche europee che saranno esaminate rappresentano il 65% del settore bancario europeo. Ora non resta che aspettare, ma la procedura non richiederà molto tempo. Solo due settimane per determinare le sorti dei maggiori player finanziari dell’Eurozona. Il 23 luglio saranno diffusi i risultati degli stress test . Ed il tema degli stress test sbarca anche al FMI, che lancia un allarme sui rischi relativi alla crescita derivanti dalla crisi del debito europea. Il direttore del Dipartimento mercati monetari e dei capitali, Jose Vinals, è approdato sull’argomento degli stress test condotti sulle banche europee, sottolineando che sarà necessaria una risposta immediata degli Istituti “bocciati”, affinché aumentino il capitale evitando ripercussioni sugli Istituti “virtuosi”.
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