Economia

Tagli ad aiuti Ue, Italia (e non solo) si ribella

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Roma – L’Unione europea si appresta a concludere l’ennesimo meeting all’insegna del fallimento. A partire da giovedì, i leader dei 27 paesi membri del blocco si riuniranno in un summit di due giorni, per affrontare il tema del budget. Come sempre, ci saranno due fronti che non mancheranno di farsi battaglia: quello dei paesi a favore delle misure di austerity e quello dei contrari.

Pomo della discordia sarà questa volta il budget dell’Unione europea dei prossimi sette anni. “Cameron si farà avanti brandendo un grande coltello per invocare tagli alle spese e difendere i rimborsi del Regno Unito”, ha riferito un diplomatico dell’Ue. Di fatto, gli UK sono determinati a proporre tagli fino a 200 miliardi di euro nel periodo compreso tra il 2014 e il 2020, mentre Herman Van Rompuy, presidente dell’Ue, la scorsa settimana aveva suggerito tagli per 75 miliardi di euro. Già allora, Spagna e Italia si sono lamentate: riduzioni del genere, farebbero perdere alla prima 20 miliardi di euro in aiuti Ue, mentre l’Italia ne perderebbe 10 miliardi.

Intanto, un gruppo di Premi Nobel si è già recato a Bruxelles presentando una petizione che chiede a Van Rompuy e altri funzionari dell’Ue di non togliere fondi per la ricerca e l’innovazione.

Detto questo Austria, Regno Unito, Danimarca, Francia, Finlancia, Germania, Olanda e Svezia si sono uniti per pretendere tagli alle spese. Francia e Italia si rifiutano però di accettare qualsiasi taglio alla voce più grande del bilancio Ue: quella dei sussidi che vengono pagati agli agricoltori.