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TAV, Sncf chiude biglietteria milanese: licenziati 19 lavoratori

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Sncf, la società ferroviaria francese, ha deciso di chiudere i battenti della biglietteria (“Boutique”) presente da anni presso la stazione di Milano Porta Garibaldi. Da quest’ultima stazione, infatti, partono ogni giorno vari convogli dell’alta velocità a marca francese diretti a Parigi. Attualmente il tragitto comprende la linea ferroviaria che, secondo i critici della Tav Torino-Lione, non sarebbe ancora giunta a saturazione.

E proprio in virtù dell’attenzione sollevata dalla Tav in Val di Susa, la chiusura di questa biglietteria si è conquistata una risonanza nazionale. La decisione ha comportato il licenziamento di 19 lavoratori impiegati a tempo indeterminato, di cui 11 addetti alla biglietteria. Nonostante le trattative, non c’è stato modo di far cambiare binario alla società, hanno fatto sapere i sindacati che hanno seguito la vicenda, Cgil Filcams e Filt.

“Nell’ambito dell’evoluzione dell’organizzazione delle attività in Europa nel 2018, la nostra filiale di Milano è stata effettivamente chiusa il 31 dicembre 2018” ha confermato Sncf al Corriere.it, tale decisione “segue a cambiamenti strutturali nel mercato della distribuzione dei viaggi, incluso un boom delle vendite online”. Per gli ex dipendenti si è andati dunque verso la strada degli indennizzi, hanno dichiarato i sindacati.

Nel frattempo, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha espresso un giudizio in evidente polemica con l’ipotesi di rimettere in discussione la Tav in seguito ai risultati dell’analisi costi-benefici. In un’intervento andato in onda su Rete4 il ministro ha detto non essere interessato all’analisi curata dal professor Ponti, che ha dato un esito assai negativo.

Il problema non è la (linea della) Tav“, ha affermato il ministro, “il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive. Questo è il problema, non la Tav. Bisogna portare avanti l’economia italiana”.